Il commissario Maigret
Maigret tend un piège
Durata
119
Formato
Regista
Il commissario Jules Maigret (Jean Gabin) indaga sull'omicidio di tre donne in un quartiere di Parigi. È evidente che ci si trovi di fronte a un serial killer, il quale sfida apertamente il commissario, costretto ad affidarsi alla propria proverbiale intelligenza e furbizia.
Una delle trasposizioni cinematografiche più celebri e importanti del commissario creato dalla geniale penna di Georges Simenon, e una tra le più riuscite. Buona parte del merito è del carisma ipnotico e della bravura di Jean Gabin, qui al suo esordio nel ruolo del detective di cui vestirà i panni ancora due volte a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta (Maigret e il caso Saint Fiacre del 1959 e Maigret e i gangsters di Gilles Grangier, 1963). Non è però solo un film "d'attore"; il regista Jean Delannoy conferma infatti di essere un buon artigiano, confezionando un film con il ritmo e le atmosfere giuste (efficace la fotografia di Louis Page) e l'adeguata dose di suspense. Peccato, però, per alcune lungaggini che appesantiscono la struttura narrativa. Anche se non è la parte più importante dell'opera, non manca una certa visione, un po' pessimistica e non propriamente positiva, della borghesia francese. Tratto dal romanzo La trappola di Maigret, scritto da Simenon nel 1955.
Una delle trasposizioni cinematografiche più celebri e importanti del commissario creato dalla geniale penna di Georges Simenon, e una tra le più riuscite. Buona parte del merito è del carisma ipnotico e della bravura di Jean Gabin, qui al suo esordio nel ruolo del detective di cui vestirà i panni ancora due volte a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta (Maigret e il caso Saint Fiacre del 1959 e Maigret e i gangsters di Gilles Grangier, 1963). Non è però solo un film "d'attore"; il regista Jean Delannoy conferma infatti di essere un buon artigiano, confezionando un film con il ritmo e le atmosfere giuste (efficace la fotografia di Louis Page) e l'adeguata dose di suspense. Peccato, però, per alcune lungaggini che appesantiscono la struttura narrativa. Anche se non è la parte più importante dell'opera, non manca una certa visione, un po' pessimistica e non propriamente positiva, della borghesia francese. Tratto dal romanzo La trappola di Maigret, scritto da Simenon nel 1955.