Il bacio di Giuda

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87

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Regista

Negli ultimi giorni di vita di Gesù (Carlo Bachi), Giuda Iscariota (Giorgio Algranti) prende contatti con il Sinedrio per denunciare il Nazareno. Non sa ancora, però, che per il figlio di Dio è prevista la crocifissione.



Autocompiaciuta esaltazione della povertà nello stile e nella produzione, il film di Paolo Benvenuti avrebbe avuto tutti i presupposti per imporsi come una delle traiettorie più interessanti nel raffigurare gli ultimi giorni del Nazareno filtrati dalla vista di Giuda. È un peccato che il regista si lasci sfuggire il controllo dell'operazione e – soprattutto – l'impostazione delle priorità: al suo primo lungometraggio, ricerca un'autorialità forzata e inesistente, che riesca a coniugare raffinatezza formale, gioco meta-cinematografico e pertinenza visiva. Tutto si sviluppa come fossimo all'interno di una radicale sacra rappresentazione, con attori che recitano seguendo inflessioni toscane e ricordano, coi loro corpi, la tradizione figurativa della pittura rinascimentale. Contaminata dal cinema della coppia Straub-Huillet (cineasti cui Benvenuti ha lavorato a fianco come collaboratore), un'opera non priva di suggestioni, ma che si piace troppo.
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