Cronaca familiare
Premi Principali
Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 1962
Durata
115
Formato
Regista
Alla notizia della morte del fratello minore (Jacques Perrin), per il quale nutriva affetto ma anche un sentimento di rancore, Enrico (Marcello Mastroianni) ricorda il passato facendo riaffiorare alla memoria un rapporto complesso e problematico.
Partecipata trasposizione dell'omonimo romanzo di Vasco Pratolini (che contribuì alla sceneggiatura, insieme a Mario Missiroli e allo stesso Zurlini), narrata e riassunta in parte dalla voce fuori campo di Enrico che ricorda gli eventi dopo aver ricevuto la notizia della morte del fratello. Il tono intimista e accorato permette al regista non solo di dipingere un quadro familiare e uno spaccato di storia italiana, ma anche di riflettere su spiritualità, politica ed eguaglianza con inaudita profondità. Perrin praticamente porta a compimento il personaggio interpretato, sempre con Zurlini, in La ragazza con la valigia (1961); Mastroianni, sommesso e segnato dal dolore, trova una delle sue migliori interpretazioni di sempre. Il loro impiego in età differenti, senza troppe preoccupazioni di verosimiglianza, così come il tempo che scorre veloce durante il pranzo di Pasqua con la nonna, sottolineano in chiave anti-naturalistica il valore simbolico di una pellicola che non ha timore nemmeno di affrontare, specie nel finale, la retorica del dolore e dell'abbandono. Curiosamente (e non certo a caso) i titoli di coda non separano interpreti e autori che sono tutti riuniti tra coloro che hanno “realizzato” il film. Un'opera ostica e respingente, ma dall'alto valore artistico. Fotografia di Giuseppe Rotunno. Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia ex-aequo con L'infanzia di Ivan di Andrej Tarkovskij.
Partecipata trasposizione dell'omonimo romanzo di Vasco Pratolini (che contribuì alla sceneggiatura, insieme a Mario Missiroli e allo stesso Zurlini), narrata e riassunta in parte dalla voce fuori campo di Enrico che ricorda gli eventi dopo aver ricevuto la notizia della morte del fratello. Il tono intimista e accorato permette al regista non solo di dipingere un quadro familiare e uno spaccato di storia italiana, ma anche di riflettere su spiritualità, politica ed eguaglianza con inaudita profondità. Perrin praticamente porta a compimento il personaggio interpretato, sempre con Zurlini, in La ragazza con la valigia (1961); Mastroianni, sommesso e segnato dal dolore, trova una delle sue migliori interpretazioni di sempre. Il loro impiego in età differenti, senza troppe preoccupazioni di verosimiglianza, così come il tempo che scorre veloce durante il pranzo di Pasqua con la nonna, sottolineano in chiave anti-naturalistica il valore simbolico di una pellicola che non ha timore nemmeno di affrontare, specie nel finale, la retorica del dolore e dell'abbandono. Curiosamente (e non certo a caso) i titoli di coda non separano interpreti e autori che sono tutti riuniti tra coloro che hanno “realizzato” il film. Un'opera ostica e respingente, ma dall'alto valore artistico. Fotografia di Giuseppe Rotunno. Leone d'oro alla Mostra del Cinema di Venezia ex-aequo con L'infanzia di Ivan di Andrej Tarkovskij.