
The Good Sheperd – L'ombra del potere
The Good Shepherd
Durata
167
Formato
Regista
La nascita della CIA (Central Intelligence Agency) e la sua formazione attraverso il Secondo conflitto mondiale e la guerra fredda, fino ad arrivare al tentativo di rovesciamento di Fidel Castro e alla disfatta della baia dei Porci: avvenimenti filtrati dallo sguardo di Edward Wilson (Matt Damon), che alla causa dello spionaggio dedicherà l'intera esistenza.
Ambizioso dramma diretto da Robert De Niro, che mira a identificare gli snodi cruciali di un periodo storico destinato, nel bene e nel male, a lasciare più di uno strascico. La struttura a incastro, caratterizzata da continui rimandi e flashback, azzarda un parallelismo tra pubblico e privato per rappresentare la degenerazione morale di un'epoca dominata dalla corruzione e dalla paranoia: tematiche potenzialmente interessanti, anche se ampiamente sfruttate dal mezzo cinematografico, ma la sceneggiatura (firmata da Eric Roth) si rivela inadeguata a un tratteggio ficcante, restando clamorosamente in superficie. Il risultato è piatto, prolisso e piuttosto presuntuoso, caratterizzato da un ritmo non certo brillante e da uno stile che vorrebbe emulare i classici, senza troppo successo. De Niro, in ogni caso, si impegna almeno ad approfondire le caratterizzazioni, e quasi ci riesce, grazie soprattutto ad attori in gran forma; peccato per il protagonista Matt Damon, non all'altezza di un ruolo che richiedeva un po' di spessore in più. Angelina Jolie è Margaret “Clover” Russell, Alec Baldwin è Sam Murach, Joe Pesci è Joseph Palmi, William Hurt è Philip Allen. Candidato a un Oscar per la miglior scenografia (Jeannine Oppewall, Gretchen Rau, Leslie E. Rollins).
Ambizioso dramma diretto da Robert De Niro, che mira a identificare gli snodi cruciali di un periodo storico destinato, nel bene e nel male, a lasciare più di uno strascico. La struttura a incastro, caratterizzata da continui rimandi e flashback, azzarda un parallelismo tra pubblico e privato per rappresentare la degenerazione morale di un'epoca dominata dalla corruzione e dalla paranoia: tematiche potenzialmente interessanti, anche se ampiamente sfruttate dal mezzo cinematografico, ma la sceneggiatura (firmata da Eric Roth) si rivela inadeguata a un tratteggio ficcante, restando clamorosamente in superficie. Il risultato è piatto, prolisso e piuttosto presuntuoso, caratterizzato da un ritmo non certo brillante e da uno stile che vorrebbe emulare i classici, senza troppo successo. De Niro, in ogni caso, si impegna almeno ad approfondire le caratterizzazioni, e quasi ci riesce, grazie soprattutto ad attori in gran forma; peccato per il protagonista Matt Damon, non all'altezza di un ruolo che richiedeva un po' di spessore in più. Angelina Jolie è Margaret “Clover” Russell, Alec Baldwin è Sam Murach, Joe Pesci è Joseph Palmi, William Hurt è Philip Allen. Candidato a un Oscar per la miglior scenografia (Jeannine Oppewall, Gretchen Rau, Leslie E. Rollins).