In memoria di me
Durata
115
Formato
Regista
Logorato dalla superficialità del proprio quotidiano, il giovane Andrea (Christo Jivkov) sceglie di ritirarsi in convento per (ri)scoprire il senso della vita. Si confronterà con le contraddizioni della vita monastica e fraternizzerà con Zanna (Filippo Timi), seminarista in crisi spirituale.
Dal romanzo Lacrime impure di Furio Monicelli, un dramma di stampo teologico diretto da Saverio Costanzo, anche sceneggiatore con Flaminia Morandi e Matteo D'Arienzo. Reduce dal successo di Private (2004), il regista vola alto, tentando di stigmatizzare i dubbi e le incertezze dell'uomo di fronte a Dio, e quindi all'esistenza, attraverso l'analisi del concetto stesso di fede. Ma non bastano le geometrie visive, il rigore formale e la rarefazione dei dialoghi (più simili a gratuite e presuntuosette sentenze) per riuscire a rappresentare l'ineffabile; e il tutto risulta forzato e didascalico, appesantito da schematismi solo in apparenza negati. Confezione impeccabile (notevole la fotografia di Mario Amura) per un film eccessivamente pensato e poco sentito; il cast, comunque, è in discreta forma. Fausto Russo Alesi è Fausto, André Hennicke è il Padre superiore. Presentato in concorso al Festival di Berlino; vincitore di due Nastri d'argento (miglior montaggio e sonoro in presa diretta).
Dal romanzo Lacrime impure di Furio Monicelli, un dramma di stampo teologico diretto da Saverio Costanzo, anche sceneggiatore con Flaminia Morandi e Matteo D'Arienzo. Reduce dal successo di Private (2004), il regista vola alto, tentando di stigmatizzare i dubbi e le incertezze dell'uomo di fronte a Dio, e quindi all'esistenza, attraverso l'analisi del concetto stesso di fede. Ma non bastano le geometrie visive, il rigore formale e la rarefazione dei dialoghi (più simili a gratuite e presuntuosette sentenze) per riuscire a rappresentare l'ineffabile; e il tutto risulta forzato e didascalico, appesantito da schematismi solo in apparenza negati. Confezione impeccabile (notevole la fotografia di Mario Amura) per un film eccessivamente pensato e poco sentito; il cast, comunque, è in discreta forma. Fausto Russo Alesi è Fausto, André Hennicke è il Padre superiore. Presentato in concorso al Festival di Berlino; vincitore di due Nastri d'argento (miglior montaggio e sonoro in presa diretta).