
The Judge
The Judge
Durata
141
Formato
Regista
Chicago. Hank (Robert Downey Jr.), avvocato di grido ricco, senza scrupoli e sull'orlo della separazione dalla moglie (Sarah Lancaster) deve tornare al suo paese d'origine, la bigotta Carlsville, Indiana, per il funerale della madre. Dopo decenni di fuga, dovrà finalmente fare i conti con la sua famiglia disfunzionale, composta dai fratelli Dale (Jeremy Strong) e Glen (Vincent D'Onofrio), e dall'arcigno padre (Robert Duvall), giudice severo e genitore anaffettivo.
Dramedy di stampo legale tra thriller e epopea familiare, The Judge deve la sua, seppur modesta, godibilità, al parco interpreti schierato. Robert Downey Jr. gigioneggia, fascinoso e smargiasso come al solito, ma riesce a dare alla pellicola un'impronta sarcastica e spigliata che alleggerisce i momenti più grevi; efficace e in forma anche Robert Duvall, sua degna controparte. Anche i comprimari non se la cavano male, fatta eccezione per un'insipida Vera Farmiga: compare anche un luciferino Billy Bob Thornton nel ruolo di un avvocato avversario. Per il resto, tanto spreco di buoni sentimenti e poca originalità: molti lucciconi e retorica americana in abbondanza, specialmente nelle sequenze dei filmini di famiglia proiettati dall'ossessivo Dale. L'intreccio è a tratti compatto e convincente (nonostante l'eccessiva durata), a tratti troppo forzato e studiato a tavolino. Grande dispendio di mezzi (fotografia di Janusz Kaminski, colonna sonora di Thomas Newman) ma la confezione è anonima. Dal regista di Due single a nozze (2005) era lecito comunque aspettarsi di peggio.
Dramedy di stampo legale tra thriller e epopea familiare, The Judge deve la sua, seppur modesta, godibilità, al parco interpreti schierato. Robert Downey Jr. gigioneggia, fascinoso e smargiasso come al solito, ma riesce a dare alla pellicola un'impronta sarcastica e spigliata che alleggerisce i momenti più grevi; efficace e in forma anche Robert Duvall, sua degna controparte. Anche i comprimari non se la cavano male, fatta eccezione per un'insipida Vera Farmiga: compare anche un luciferino Billy Bob Thornton nel ruolo di un avvocato avversario. Per il resto, tanto spreco di buoni sentimenti e poca originalità: molti lucciconi e retorica americana in abbondanza, specialmente nelle sequenze dei filmini di famiglia proiettati dall'ossessivo Dale. L'intreccio è a tratti compatto e convincente (nonostante l'eccessiva durata), a tratti troppo forzato e studiato a tavolino. Grande dispendio di mezzi (fotografia di Janusz Kaminski, colonna sonora di Thomas Newman) ma la confezione è anonima. Dal regista di Due single a nozze (2005) era lecito comunque aspettarsi di peggio.