L'aquila a due teste

L'aigle à deux têtes

Anno

Paese

Durata

93

Formato

Regista

La regina di un misterioso reame (Edwige Feuillère), vedova da dieci anni, incontra un giovane poeta (Jean Marais) che dovrebbe assassinarla e che assomiglia moltissimo al marito defunto: tra i due si sviluppa un rapporto intenso e quasi morboso.

Tratto da un testo teatrale dello stesso Cocteau, L'aquila a due teste è un melodramma di stampo fantastico che mette a confronto due nature umane opposte e complementari, metafora del potere (la regina) e del popolo a esso legato e da esso soggiogato (il poeta). Alla terza regia cinematografica dopo lo sperimentale Il sangue di un poeta (1930) e il celeberrimo La bella e la bestia (1946), il regista francese torna a riflettere su amore e morte, questa volta scegliendo un approccio più convenzionale e una sontuosa rappresentazione in costume. La pellicola, pur non priva di spunti interessanti, finisce naturalmente per risentire di un ingessamento testuale dovuto all'origine teatrale e manca di respiro filmico, ma può beneficiare di una coppia di protagonisti in splendida forma fisica e attoriale. Anche se non raggiunge il livello di altre opere ben più celebri e celebrate di Cocteau, rimane comunque una buona testimonianza del talento dell'autore nel costruire grandi drammi ammantati di fiabesco. Rifatto da Michelangelo Antonioni per la televisione nel 1980 con il titolo de Il mistero di Oberwald. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia.
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