La bella e la bestia

La belle et la bête

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96

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Regista

Un mercante navale (Marcel André) ha appena perso tutti i suoi possedimenti in un naufragio: solo la figlia minore, Belle (Josette Day), cerca di confortarlo, mentre le sorelle (Mila Parély e Nane Germon) e il fratello (Michel Auclair) si comportano irresponsabilmente. Tornando da un viaggio d'affari, il mercante si perde in un bosco ed è fatto prigioniero da un mostro (Jean Marais) che lo libera solo dietro la promessa che la figlia prenderà il suo posto: tocca a Belle recarsi in pegno dalla Bestia.

Tratta da un celebre racconto europeo dalle molte varianti, di cui la più celebre è quella di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont, La bella e la bestia è una favola surreale e romantica sul potere dell'amore, che consente di trascurare le apparenze e guardare alla vera bellezza interiore. Con l'aiuto di René Clément, non accreditato, Jean Cocteau costruisce uno scenario indimenticabile, il castello del Mostro, i cui candelabri sono fatti di braccia umane e le cui statue semoventi nascondono un'anima incantata: surreale e onirica, è un'ambientazione ideale per il tenero e puro romance che lentamente nasce e sboccia come una rosa tra i due protagonisti. Sono molti i momenti autenticamente toccanti nel rapporto tra Belle e il principe stregato, tragicamente impegnato a combattere contro la propria natura ferina e disperatamente affamato d'amore, cui è impossibile non affezionarsi: i siparietti della coppia nei meravigliosi giardini del palazzo, la graduale presa di coscienza da parte di Belle della sostanziale bontà del suo strano amico, lo struggente prefinale. Straordinaria la performance di Jean Marais, nel triplice ruolo di Splendore, del Principe e della Bestia, avvolto da un pesante costume realizzato in vero pelo animale. Fotografia di Henri Alekan, musiche di Georges Auric. Presentato in concorso al primo Festival di Cannes, è senza dubbio il miglior adattamento della fiaba per il grande schermo, seguito a ruota dall'omonimo lungometraggio animato Disney (1991), che dalla versione di Cocteau recupera molti spunti, tra cui quello delle suppellettili del castello animate. Premio Louis Delluc nel 1946.
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