Memory Box
Memory Box
Durata
100
Formato
Regista
Maia (Rim Turki) vive a Montreal con la figlia adolescente, Alex (Paloma Vauthier). Un giorno le viene recapitata una grande scatola al cui interno ci sono diversi frammenti della sua adolescenza a Beirut nel corso degli anni Ottanta: nonostante la madre non voglia, Alex inizia guardare in quei ricordi e provare così a conoscere meglio la donna che l’ha messa al mondo.
Vero e proprio viaggio nella memoria, nell’inconscio e nei ricordi, Memory Box è uno dei titoli più ambiziosi della coppia di registi Joana Hadjithomas e Khalil Joreige. Inizialmente il film fatica un po’ a carburare e può sembrare un dramma famigliare come tanti, ma da quando viene scoperchiata la “scatola della memoria”, un vero e proprio vaso di Pandora pieno di segreti, la pellicola cresce sempre di più, non limitandosi a documentare, ma mescolando realtà e finzione, fantasia e realtà dei ricordi messi in campo. La guerra civile libanese è lo sfondo su cui si muove un lungometraggio che è un percorso di autoanalisi nei traumi rimossi, tanto da ricordare da vicino il bellissimo film d’animazione Valzer con Bashir di Ari Folman. Come in quest’ultima pellicola, Memory Box crea il contenuto attraverso la forma e viceversa, regalando alcune sorprendenti sequenze in cui le fotografie prendono di vita, filtrate dallo sguardo della giovane Alex. È un film al femminile, in cui si interfacciano tre generazioni di donne, ma anche le diverse modalità di archiviare le immagini, di ieri e di oggi. Qualche ridondanza di troppo non toglie la sensazione di aver assistito a un prodotto ricco di spunti interessanti e dotato di una bellissima colonna sonora. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2021.
Vero e proprio viaggio nella memoria, nell’inconscio e nei ricordi, Memory Box è uno dei titoli più ambiziosi della coppia di registi Joana Hadjithomas e Khalil Joreige. Inizialmente il film fatica un po’ a carburare e può sembrare un dramma famigliare come tanti, ma da quando viene scoperchiata la “scatola della memoria”, un vero e proprio vaso di Pandora pieno di segreti, la pellicola cresce sempre di più, non limitandosi a documentare, ma mescolando realtà e finzione, fantasia e realtà dei ricordi messi in campo. La guerra civile libanese è lo sfondo su cui si muove un lungometraggio che è un percorso di autoanalisi nei traumi rimossi, tanto da ricordare da vicino il bellissimo film d’animazione Valzer con Bashir di Ari Folman. Come in quest’ultima pellicola, Memory Box crea il contenuto attraverso la forma e viceversa, regalando alcune sorprendenti sequenze in cui le fotografie prendono di vita, filtrate dallo sguardo della giovane Alex. È un film al femminile, in cui si interfacciano tre generazioni di donne, ma anche le diverse modalità di archiviare le immagini, di ieri e di oggi. Qualche ridondanza di troppo non toglie la sensazione di aver assistito a un prodotto ricco di spunti interessanti e dotato di una bellissima colonna sonora. Presentato in concorso al Festival di Berlino 2021.