Piccole storie
Historias mínimas
Durata
92
Formato
Regista
Un anziano signore (Antonio Benedicti) alla ricerca del suo vecchio cane, un commesso viaggiatore (Javier Lombardo) con una torta da consegnare e una ragazza (Javiera Bravo) che partecipa a un quiz televisivo: tre personaggi, che seguiamo nel loro viaggio verso una cittadina della Patagonia.
Delicato, lieve, e a tratti un po' troppo esile, ritratto di tre personaggi “in cerca d'autore” e di una seconda possibilità: che sia un momento di fuga dalla quotidianità, il desiderio di un amore passato o un peso della coscienza da affrontare. Il regista Carlos Sorín è abile nello svelare gradualmente il passato dei protagonisti, di cui scopriamo le interiorità man mano che viaggiamo con loro lungo le praterie della Patagonia, rappresentate allo stesso tempo come immense e limitate, quasi claustrofobiche. Il film si infatti si può definire come un road movie abbastanza anomalo, in cui il viaggio serve a chiudere i conti con il passato più che a creare nuove strade per il futuro, dall'atmosfera malinconica e sommessamente umoristica. La delicatezza dello sguardo c'è, così come la coerenza stilistica; molte singole sequenze funzionano, anche se il risultato complessivo risente di qualche passaggio inconcludente e di una serie di “finali” claudicanti e poco incisivi. Scritto da Pablo Solarz.
Delicato, lieve, e a tratti un po' troppo esile, ritratto di tre personaggi “in cerca d'autore” e di una seconda possibilità: che sia un momento di fuga dalla quotidianità, il desiderio di un amore passato o un peso della coscienza da affrontare. Il regista Carlos Sorín è abile nello svelare gradualmente il passato dei protagonisti, di cui scopriamo le interiorità man mano che viaggiamo con loro lungo le praterie della Patagonia, rappresentate allo stesso tempo come immense e limitate, quasi claustrofobiche. Il film si infatti si può definire come un road movie abbastanza anomalo, in cui il viaggio serve a chiudere i conti con il passato più che a creare nuove strade per il futuro, dall'atmosfera malinconica e sommessamente umoristica. La delicatezza dello sguardo c'è, così come la coerenza stilistica; molte singole sequenze funzionano, anche se il risultato complessivo risente di qualche passaggio inconcludente e di una serie di “finali” claudicanti e poco incisivi. Scritto da Pablo Solarz.