
Pollock
Pollock
Durata
122
Formato
Regista
Jackson Pollock (Ed Harris), dall'inizio degli anni '40 fino alla prima metà degli anni '50: la parabola artistica di un genio moderno della pittura che ha bruciato e consumato la sua vita tra depressione e alcolismo.
Per il suo esordio dietro la macchina da presa, Ed Harris sceglie (ambiziosamente) di portare sullo schermo l'adattamento del libro Jackson Pollock: An American Saga e di raccontare in forma di biopic gli anni cruciali della vita personale ed artistica del geniale pittore americano. Dimostrando già una buona mano registica, Harris, che si ritaglia anche il ruolo da protagonista, riesce a tratteggiare in maniera sincera e appassionata la figura dell'uomo dietro l'artista e del percorso di evoluzione pittorica che ha tragicamente coinciso con la caduta nella depressione e nell'alcol che lo condussero a una tragica e prematura morte in un incidente stradale. L'uso dei comprimari è ottimo, a cominciare da una Marcia Gay Harden premiata con l'Oscar come miglior attrice non protagonista, e l'operazione mantiene un tono azzeccato ed equilibrato, fatta eccezione per qualche deriva stereotipata che in parte semplifica la complessità della psicologia del protagonista per ricorrere a qualche scorciatoia tipica del biopic hollywoodiano.
Per il suo esordio dietro la macchina da presa, Ed Harris sceglie (ambiziosamente) di portare sullo schermo l'adattamento del libro Jackson Pollock: An American Saga e di raccontare in forma di biopic gli anni cruciali della vita personale ed artistica del geniale pittore americano. Dimostrando già una buona mano registica, Harris, che si ritaglia anche il ruolo da protagonista, riesce a tratteggiare in maniera sincera e appassionata la figura dell'uomo dietro l'artista e del percorso di evoluzione pittorica che ha tragicamente coinciso con la caduta nella depressione e nell'alcol che lo condussero a una tragica e prematura morte in un incidente stradale. L'uso dei comprimari è ottimo, a cominciare da una Marcia Gay Harden premiata con l'Oscar come miglior attrice non protagonista, e l'operazione mantiene un tono azzeccato ed equilibrato, fatta eccezione per qualche deriva stereotipata che in parte semplifica la complessità della psicologia del protagonista per ricorrere a qualche scorciatoia tipica del biopic hollywoodiano.