Una prostituta al servizio del pubblico e in regola con le leggi dello stato

Oslavia (Giovanna Ralli) fa la prostituta per necessità, ma sogna un futuro migliore per i suoi figli: purtroppo nessuno degli uomini che incontra riesce a garantirle una vita decente.

Secondo e penultimo tentativo registico per il produttore Italo Zingarelli, il film subisce, a partire dal chilometrico titolo, l'influenza delle commedie amare alla Wertmüller, cui sottrae anche Giancarlo Giannini, qui impegnato nel ruolo del pugile Walter. Se l'intento poteva essere buono, con il tentativo di costruire la figura femminile problematica ma sostanzialmente positiva di un'onesta cittadina costretta ad abbassarsi al marciapiede per sopravvivere, la realizzazione soffre di innumerevoli mancanze. Superficiale nel trattare le tematiche sociali (lo sfruttamento delle donne, il dramma materno) e troppo indulgente verso il pecoreccio (i numerosi siparietti erotici), dimostra in tutti i risvolti la totale mancanza di talento di Zingarelli, produttore di serie B non certo illuminato.