Settembre
Durata
110
Formato
Regista
Le storie incrociate di un folto gruppo di personaggi nella periferia romana tra amori, tradimenti e crisi esistenziali; tra questi ci sono Francesca (Barbara Ronchi), una quarantenne frustrata, svagata e sensibile, spinta a rivoluzionare la propria vita dallo shock di una grave malattia, e Ana (Tesa Litvan), una giovane prostituta slava, religiosa e sognatrice, le cui storie sono collegate da Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio), un medico trasandato che cerca di riscattare una vita squallida e solitaria, piena di rimpianti.
L'esordio alla regia dell'attrice e sceneggiatrice Giulia Steigerwalt in una produzione targata Groenlandia è un'opera semplice che incuriosisce e intrattiene; pur non presentando nulla di originale né nella forma né nei contenuti, l'autrice riesce ad affrontare con leggerezza e sensibilità temi delicati come prostituzione, fluidità di genere e sessualità degli adolescenti; molte delle situazioni nelle quali i protagonisti si confrontano con familiari, amici e soprattutto con se stessi sanno di deja vu ma proprio perchè si tratta di piccoli gesti quotidiani permettono l'immedesimazione del pubblico e l'intreccio di parole, sentimenti ed azioni nel complesso regge, supportato da dialoghi spontanei ed ironici e da un variegato cast tutto sommato credibile, anche se un lieto fine su ogni fronte suona eccessivamente conciliante. Degna di nota la colonna sonora, che alterna famosi pezzi vintage di Bob Dylan e dei Velvet Underground con brani originali, alcuni realizzati dalla cantautrice Thony, qui anche attrice; il film ha vinto due sorprendenti David di Donatello 2023 al miglior regista esordiente e alla miglior attrice protagonista (Barbara Ronchi) in un'annata certamente povera di interpretazioni significative
L'esordio alla regia dell'attrice e sceneggiatrice Giulia Steigerwalt in una produzione targata Groenlandia è un'opera semplice che incuriosisce e intrattiene; pur non presentando nulla di originale né nella forma né nei contenuti, l'autrice riesce ad affrontare con leggerezza e sensibilità temi delicati come prostituzione, fluidità di genere e sessualità degli adolescenti; molte delle situazioni nelle quali i protagonisti si confrontano con familiari, amici e soprattutto con se stessi sanno di deja vu ma proprio perchè si tratta di piccoli gesti quotidiani permettono l'immedesimazione del pubblico e l'intreccio di parole, sentimenti ed azioni nel complesso regge, supportato da dialoghi spontanei ed ironici e da un variegato cast tutto sommato credibile, anche se un lieto fine su ogni fronte suona eccessivamente conciliante. Degna di nota la colonna sonora, che alterna famosi pezzi vintage di Bob Dylan e dei Velvet Underground con brani originali, alcuni realizzati dalla cantautrice Thony, qui anche attrice; il film ha vinto due sorprendenti David di Donatello 2023 al miglior regista esordiente e alla miglior attrice protagonista (Barbara Ronchi) in un'annata certamente povera di interpretazioni significative