The Nun 2
The Nun 2
Durata
110
Formato
Regista
Francia, anno 1956. In un collegio cristiano di stampo cattolico un prete muore in circostanze sospette. Suor Irene (Taissa Farmiga) inizia a investigare sull'entità diffusasi nell'istituto. La presenza demoniaca è rappresentata dal demone Valak che, sotto forma di suora mefistofelica, suor Irene aveva già affrontato quattro anni prima in un monastero di clausura in Romania.
A distanza di due anni dall'ultimo capitolo della saga di The conjuring (The conjuring - Per ordine del diavolo) il regista Michael Chaves si conferma abile nella realizzazione di pellicole banali, piatte e prive del minimo sforzo autoriale. Il problema principale del film sussiste non tanto nella vicenda che risulta essere più articolata e riuscita rispetto al primo lungometraggio del 2018, ma piuttosto nell'uso e abuso di una formula orrorifica che non funziona più. La struttura segue i binari classici dell'horror demoniaco puntando ripetitivamente sui jump-scare e non sulla paura, facendo leva principalmente su soluzioni estetico-visive di basso livello. L' idea di un male che prende vita dalla figura di una suora resta affascinante e macabra, ma il risultato è deludente se non terribile. Valak non è il conte Orlok, Chaves non è Murnau...tra la perfezione e l'obbrobrio vige il giusto mezzo Aristotelico ma Chaves non ci prova nemmeno a sfiorarlo perseguendo ancora una volta la via del disastro cinematografico.
A distanza di due anni dall'ultimo capitolo della saga di The conjuring (The conjuring - Per ordine del diavolo) il regista Michael Chaves si conferma abile nella realizzazione di pellicole banali, piatte e prive del minimo sforzo autoriale. Il problema principale del film sussiste non tanto nella vicenda che risulta essere più articolata e riuscita rispetto al primo lungometraggio del 2018, ma piuttosto nell'uso e abuso di una formula orrorifica che non funziona più. La struttura segue i binari classici dell'horror demoniaco puntando ripetitivamente sui jump-scare e non sulla paura, facendo leva principalmente su soluzioni estetico-visive di basso livello. L' idea di un male che prende vita dalla figura di una suora resta affascinante e macabra, ma il risultato è deludente se non terribile. Valak non è il conte Orlok, Chaves non è Murnau...tra la perfezione e l'obbrobrio vige il giusto mezzo Aristotelico ma Chaves non ci prova nemmeno a sfiorarlo perseguendo ancora una volta la via del disastro cinematografico.