Isabelle (Isabelle Huppert) e Gérard (Gérard Depardieu), un tempo sposati, si ritrovano dopo tanti nella Death Valley per soddisfare il desiderio contenuto in una lettera di loro figlio Michael, scritta poco prima di togliersi la vita.

Le premesse del film diretto da Guillaume Nicloux sono sicuramente interessanti: parlare della morte e dell'amore, con una trama così semplice ma dalle grandi possibilità, avrebbe potuto condurre alla realizzazione di un prodotto più che affascinante. Purtroppo l'esito non è dei migliori: pur lavorando con una certa cura e perizia sugli ossimori e gli opposti (il titolo del film è antietetico rispetto al nome del luogo che fa da sfondo alle vicende; la reazione di Depardieu è sempre scettica e razionale mentre la Huppert si lascia trasportare dalle emozioni), il regista non riesce mai a indirizzare il film su binari solidi e ben definiti. La pellicola procede in maniera altalenante per poi crollare definitivamente in un'ultima parte vuota e grossolana. Provando a stuzzicare lo spettatore con scelte metafisiche e surreali (la ragazza deforme nel campo di tennis o la presenza fantasmatica del figlio), Valley of Love invade decisamente il campo della retorica e non riesce a chiosare con un finale degno di nota: sembra che Nicloux stesso non sia riuscito a trovare una buona idea per concludere le vicende. Meglio Depardieu della Huppert. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2015.
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