Stephan Huller (Emil Jannings), detenuto da ormai dieci anni, racconta al direttore del carcere il suo passato: dalla vita in famiglia all'amore per una ballerina (Lya de Putti) che lo tradirà con un trapezista (Warwick Ward). Scoperta la tresca, Huller lo uccise e per questo finirà in prigione. Ascoltato il racconto, il direttore dovrà decidere se concedergli o meno la grazia.

Tra le tante versioni cinematografiche ispirate al romanzo di Felix Holländer, questa è indubbiamente la più riuscita e popolare. Il merito non va tanto alla narrazione, un po' macchinosa e dall'andamento incerto, ma a una tecnica cinematografica d'altissimo livello: le cineprese vengono poste in posizioni ben precise e rendono al meglio i movimenti degli acrobati. Quasi sperimentale per l'apparato visivo, il film gioca con i punti di vista dei personaggi e risulta accattivante proprio per questo motivo. Ottime prove del cast, in cui svetta il sempre intenso Emil Jannings.
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