Aspirante regista, il giovane Aureliano (Vinicio Marchioni) va in Iraq per fare da assistente a Stefano Rolla (Giorgio Colangeli), che girerà un film sulla missione di pace dell'esercito italiano. Aureliano sarà l'unico sopravvissuto di un terribile attentato in cui hanno perso la vita diciannove persone.

Esordio dietro la macchina da presa per Aureliano Amadei, che adatta il proprio romanzo autobiografico. Intenti nobili e contenuti importanti, però, si perdono presto a causa di una resa piena di cliché, di personaggi poco sfaccettati e di un messaggio ideologico piuttosto ambiguo. Molto autocompiaciuto nella regia, Amadei spazia sui generi (toccando il fondo quando si avvicina alla commedia) ma finisce soltanto per girare a vuoto finendo per non centrare alcun obbiettivo. Dimenticabile e un po' sopravvalutato. Il titolo fa riferimento al numero di sigarette che il protagonista fuma dal suo arrivo in Iraq al momento dell'attentato.
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