La casa di bambù

Nel Giappone del dopoguerra, l'omicidio di un americano e una rapina a un treno che trasporta armi sono riconducibili alla stessa banda: dei gangster statunitensi che operano a Tokyo guidati da Sandy Dawson (Robert Ryan). Dagli Usa arriva Eddie (Robert Stack), che viene immediatamente ammesso nella gang ma non è chi dice di essere.

Primo film a colori di Samuel Fuller, è un gangster movie dalle influenze fortemente noir e contraddistinto da una particolarità tutt'altro che trascurabile: si tratta del primo lungometraggio americano girato totalmente in Giappone, appena dieci anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Remake di Strada senza nome di William Keighley (1948), ne trasferisce il plot narrativo nel paese del Sol Levante, risultando così un oggetto insolito e anomalo. Pur non mancando di pecche (cali di ritmo, qualche ingenuità, scarsa efficacia dell'attore protagonista Robert Stack), presenta alcuni elementi interessanti: la descrizione dello sfondo nipponico sfugge agli stereotipi dell'esotismo da cartolina tipico di tanti film hollywoodiani e la tensione tra i due personaggi principali si carica di valenze implicitamente omoerotiche. Nei panni dell'ispettore Kito troviamo Sessue Hayakawa, stella della Hollywood del muto, poi co-protagonista de Il ponte sul fiume Kwai di David Lean (1957).