Manila paloma blanca
1992
Paese
Italia
Generi
Sperimentale, Drammatico
Durata
85 min.
Formati
Colore, Bianco e Nero
Regista
Daniel Segre
Attori
Carlo Colnaghi
Alessandra Comerio
Laura Panti
Lou Castel
Barbara Valmorin
Eugenia D'Aquino
Leone Ferrero
Pino Tosca
Maurizio Tropea
Marco Ghio
Marco Paolini
Giorgio Millerba
Carlo Carbone (Carlo Colnaghi) è un ex attore, ormai in preda a devastanti crisi nervose che lo costringono a entrare e uscire dalle cliniche psichiatriche. Conduce una vita approssimativa, tra dormitori e mense pubbliche, che nasconde anche a Sara (Alessandra Comerio), una bella gallerista con la quale stringe una relazione semiclandestina. Il film è un omaggio a Carlo Colmaghi, ex-attore teatrale che, in questa pellicola, interpreta sostanzialmente se stesso: quella dell'attore-personaggio è una personalità deviata e in crisi, travolta dalla solitudine, ghettizzata e messa ai margini dalla vita e dal palcoscenico. Daniele Segre dirige il racconto, realistico e verisimile, di una pazzia, e lo amplia da una dimensione individuale a quella, più ampia, di un'umanità disperata, alla ricerca di una qualsiasi soluzione che tuttavia continua ad apparire posticcia e inutile. Il regista affida al personaggio principale il compito di esprimere il disagio dell'alienazione attraverso l'unico canale possibile: la finzione scenica, esasperata fino al grottesco dalla recitazione del protagonista e dal suo modo di rapportarsi con la macchina da presa. Assume un ruolo fondamentale nella dimensione filmica la città di Torino (esaltata dalla fotografia sgranata e volutamente povera di Luca Bigazzi), proscenio di una vita accattona, di sentimenti sprezzanti, di ricchezza e miseria, in cui la regia spazia con estrema morbidezza, alternando riprese lunghe a primi piani colmi di pathos. Il dualismo, dato dalla convivenza e dal contrasto colore/ bianco e nero movimenta elegantemente la narrazione, dandole vivacità ma spesso peccando di un certo autocompiacimento. Il risultato è un film estremo, a tratti autolesionista e per questo imperdonabilmente vulnerabile, ma decisamente interessante e a tratti intenso. Il soggetto è stato scritto da Daniele Segre e dallo stesso Colnaghi.
Maximal Interjector
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