Marcellino pane e vino
Marcelino pan y vino
1955
Paesi
Spagna, Italia
Generi
Drammatico, Commedia
Durata
91 min.
Formato
Bianco e Nero
Regista
Ladislao Vajda
Attori
Pablito Calvo
Rafael Rivelles
Rafael Calvo
Juan Calvo
Antonio Vico
Fernando Rey
Alcuni frati chiedono al sindaco di sistemare il rudere di un castello per farne la loro casa. Dopo qualche anno, davanti alla porta del convento ormai pienamente avviato e in funzione come luogo religioso, trovano un neonato abbandonato (Pablito Calvo) e decidono di adottarlo, chiamandolo Marcellino. Presentato in concorso all'ottavo Festival di Cannes, il film è stato un grande successo e ha bucato l'immaginario collettivo, influenzando a lungo la cultura popolare, che gli ha dedicato canzoni, come quella di Gigliola Cinquetti, e producendo anche un remake, firmato da Luigi Comencini nel 1991. L'opera è costruita e si sviluppa attraverso un lungo flashback, mediante il quale la vita del monastero e del piccolo Marcellino viene narrata da un frate e da una bimba malata. Si respira in tal modo un'inequivocabile atmosfera da fiaba, sottolineata dalla presenza della voce fuori campo del narratore, che raccorda gli episodi mostrati. La regia di Ladislao Vajda è funzionale ma striminzita e ridotta davvero al minimo sindacale, punta all'essenziale senza perdersi in abbellimenti superflui, ma allo stesso tempo è priva di uno spessore lirico che sia in grado di dare rilevanza alla vicenda e che in un contesto simile non avrebbe guastato. Il piccolo Pablito Calvo, di appena sei anni, fu una vera scoperta ed ebbe anche una menzione speciale a Cannes, ma il film è davvero troppo ingenuo e semplificato, rassicurante e bonario, anche se sorprende e intrattiene insperatamente con qualche caratterizzazione di contorno.
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