Sound of Metal
Sound of Metal
2019
Amazon Prime Video
Paesi
Belgio, Usa
Genere
Drammatico
Durata
101 min.
Nessun Formato
Regista
Darius Marder
Attori
Riz Ahmed
Olivia Cooke
Paul Raci
Mathieu Amalric
Lauren Ridloff
Il batterista Ruben (Riz Ahmed) forma con la fidanzata Lou (Olivia Cooke) il duo Blackgammon: i due vivono insieme e sono sempre in viaggio per le strade d'America, in tour da un club all'altro. Ex tossicodipendente pulito da quattro anni, Ruben si accorge di percepire uno strano ronzio nelle orecchie e in poco tempo diventa quasi completamente sordo. Sopraffatto da ansia e depressione, si rifugia in una casa per sordomuti gestita da un veterano del Vietnam anch'egli sordo. 

Significativo esempio di film sensoriale costruito, paradossalmente, proprio a partire dalla paralisi di uno dei cinque sensi che affligge il protagonista, Sound of Metal racconta la storia di un uomo tormentato che tenta, non senza frustrazioni, fatiche e inciampi, di accettare la sua condizione attraverso il confronto con altre persone nella sua stessa situazione, nel tentativo di potersi anche riunire con la compagna nel frattempo trasferitasi in Francia dal padre. Se il titolo può far pensare a un film musicale su un genere ben preciso, alla prova dei fatti ci si ritrova in realtà davanti al cospetto di qualcosa di molto diverso, che usa la sua suggestione sonora dei suoni metallici creando una sinestesia stimolante, dal punto di vista sia metaforico che concettuale, tanto in potenza quanto in atto. Sound of Metal è infatti un prodotto cinematografico significativo soprattutto per il lavoro di sound design su suoni ronzanti, caotici e aggrovigliati, percepiti dal protagonista e provenienti quasi dalla sua stessa testa oltre che dalle sue orecchie: un pattern dissonante che fa da partitura molto precisa per la scansione del disagio psicologico di Ruben e che sembra guidare, nei momenti più ispirati, anche la regia, sempre attenta e di servizio. Il risultato, pur con qualche pecca narrativa e uno schematismo a tratti sclerotico delle situazioni proposte, convince in virtù di un ottimo impatto formale, perfettamente in grado di restituire in modo tangibile le infinite implicazioni dell’incomunicabilità del protagonista. Notevole interpretazione, epidermica e scavata, di un eccellente Riz Ahmed, che oltre a essere un corpo al lavoro di notevole risonanza percettiva, avendo recitato con dei microfoni attaccati al corpo, mette il suo talento al servizio di una recitazione che potenza tutti gli altri sensi del suo personaggio (a cominciare, manco a dirlo, dalla vista e dunque dalla fissità dei suoi sguardi languidi e indecifrabili, fissi e penetranti). Tra le sequenze maggiormente degna di nota, quella dell’esecuzione al pianoforte in cui c’è anche Mathieu Amalric merita sicuramente una segnalazione. Il regista Darius Marder, per raggiungere il risultato necessario, si è avvalso di Nicolas Becker, stimato sound designar che ha lavorato a film come Arrival, Gravity e 127 ore e che per questo film ha iniziato a lavorare con due anni d’anticipo rispetto alla normale messa in moto della macchina produttiva. Ahmed, per interpretare il suo Ruben, ha invece imparato a suonare la batteria e la lingua dei segni. Il soggetto è firmato da Marder e da Derek Cianfrance, regista di Blue Valentine e Come un tuono, mentre la canzone sui titoli di coda è la toccante e sussurrata Green di Abraham Marder.
Maximal Interjector
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