The Kingdom – Il regno
Riget
Durata
280
Formato
Regista
Nell'ospedale chiamato "Il Regno" a Copenaghen, la signora Drusse (Kirsten Rolffes), medium ipocondriaca che si fa ricoverare per divertimento, sente il pianto di una bambina provenire da un ascensore e scopre trattarsi del fantasma di una ragazzina uccisa in quel luogo. Nel frattempo, il primario dell'ospedale, lo svedese Helmer (Ernst-Hugo Järegård), razzista e incompetente, tenta di cancellare le prove di una sua negligenza che ha portato una ragazzina alla paralisi.
Pensato e inizialmente trasmesso come una miniserie televisiva in quattro episodi, ma poi distribuito come un unico film di quattro ore, The Kingdom – Il regno è uno dei progetti più curiosi e esilaranti cui von Trier abbia dato la luce. Il regista gestisce con sorprendente libertà creativa il pastiche di generi che spaziano dall'horror alla soap opera ospedaliera, passando alla commedia grottesca e strizzando l'occhio al teatro dell'assurdo, e crea un microcosmo decisamente affascinante, popolato da personaggi tanto meschini quanto spassosi nella loro inesorabile idiozia. La perversa ironia del regista va a segno sia quando mette in ridicolo la scienza e la medicina tradizionali (rappresentate da incoscienti, narcisi o ciarlatani) sia quando prende di mira la creduloneria e la fragilità umana dinnanzi alla superstizione e al soprannaturale. Emerge così un quadro di follia e paranoia diffusa, un universo tragicomico di cui farsi beffe una volta preso atto del caos e dell'irrazionalità che su tutto ciò regnano. La sceneggiatura è stata scritta da von Trier, Tómas Gislason e Niels Vørsel in meno di un mese e mezzo. Seguito da The Kingdom 2.
Pensato e inizialmente trasmesso come una miniserie televisiva in quattro episodi, ma poi distribuito come un unico film di quattro ore, The Kingdom – Il regno è uno dei progetti più curiosi e esilaranti cui von Trier abbia dato la luce. Il regista gestisce con sorprendente libertà creativa il pastiche di generi che spaziano dall'horror alla soap opera ospedaliera, passando alla commedia grottesca e strizzando l'occhio al teatro dell'assurdo, e crea un microcosmo decisamente affascinante, popolato da personaggi tanto meschini quanto spassosi nella loro inesorabile idiozia. La perversa ironia del regista va a segno sia quando mette in ridicolo la scienza e la medicina tradizionali (rappresentate da incoscienti, narcisi o ciarlatani) sia quando prende di mira la creduloneria e la fragilità umana dinnanzi alla superstizione e al soprannaturale. Emerge così un quadro di follia e paranoia diffusa, un universo tragicomico di cui farsi beffe una volta preso atto del caos e dell'irrazionalità che su tutto ciò regnano. La sceneggiatura è stata scritta da von Trier, Tómas Gislason e Niels Vørsel in meno di un mese e mezzo. Seguito da The Kingdom 2.