
The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro
The Amazing Spider-Man 2
Durata
136
Formato
Regista
New York è minacciata da un nuovo pericolo, Electro (Jamie Foxx), e toccherà nuovamente a Spiderman (Andrew Garfield) cercare di riportare l'ordine nella Grande Mela.
Dopo il clamoroso fallimento di The Amazing Spiderman (2012) le aspettative per il nuovo capitolo della trilogia firmata Marc Webb non erano altissime. Eppure il regista riesce almeno in parte a stupire, con un film migliore del precedente sotti diversi punti di vista. In primis, sono presenti in maniera molto ridotta le sequenze da college movie, incastonate in una trama piacevole e scorrevole, e il personaggio di Jamie Foxx è un vero valore aggiunto: l'attore riesce a dare vita a un Electro divenuto crudele per caso, spinto da un'esistenza nell'ombra e ossessionato dal desiderio di farsi conoscere. A lui, per minacciare New York, si allea Harry Osborn/Goblin (Dane DeHaan), che resta abbastanza convincente nella sua brama di vendetta verso la Oscorp che lo ha abbandonato. I pregi non mancano, anche grazie a un efficace finale, anche se lungo il tragitto sono diversi i momenti di stanca e le ingenuità narrative. Un pizzico di retorica in meno, inoltre, avrebbe giovato al risultato complessivo.
Dopo il clamoroso fallimento di The Amazing Spiderman (2012) le aspettative per il nuovo capitolo della trilogia firmata Marc Webb non erano altissime. Eppure il regista riesce almeno in parte a stupire, con un film migliore del precedente sotti diversi punti di vista. In primis, sono presenti in maniera molto ridotta le sequenze da college movie, incastonate in una trama piacevole e scorrevole, e il personaggio di Jamie Foxx è un vero valore aggiunto: l'attore riesce a dare vita a un Electro divenuto crudele per caso, spinto da un'esistenza nell'ombra e ossessionato dal desiderio di farsi conoscere. A lui, per minacciare New York, si allea Harry Osborn/Goblin (Dane DeHaan), che resta abbastanza convincente nella sua brama di vendetta verso la Oscorp che lo ha abbandonato. I pregi non mancano, anche grazie a un efficace finale, anche se lungo il tragitto sono diversi i momenti di stanca e le ingenuità narrative. Un pizzico di retorica in meno, inoltre, avrebbe giovato al risultato complessivo.