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Gli attori che avrebbero potuto lavorare con Federico Fellini

«Con Federico recitare era una specie di happening: tu credevi di improvvisare, di fare delle cose assolutamente spontanee, e poi, alla fin fine, ti rendevi conto che in realtà lui ti aveva portato, senza che tu te ne accorgessi, esattamente dove lui voleva». Parole di Claudia Cardinale, che ben definiscono il metodo registico del grande Federico Fellini, barocco, fantasioso, sognatore, bugiardo patologico ma organizzato e definito nel suo sempre coerente pensiero autoriale. L'iter cinematografico di Fellini è stato segnato anche (e soprattutto) dagli attori che con lui hanno lavorato; alcune collaborazioni, però, non sono andate a buon fine, lasciandoci con la domanda "come sarebbe stato se..?". Di seguito, un elenco di interpreti che avrebbero potuto lavorare con Federico Fellini.

 

Silvana Mangano

La strada, opera che segnò la consacrazione di Fellini a livello internazionale, è una magistrale favola poetica in cui l'artista girovago è figura popolare e arcaica, quasi una maschera chapliniana sospesa tra tenerezza e malinconia, che non rinuncia a una sapiente dose di tristezza e crudeltà. E Gelsomina avrebbe potuto avere il volto di Silvana Mangano (alla quale si era pensato, anni dopo, anche per la Maddalena de La dolce vita); difficile, comunque, immaginare un'altra attrice al posto della candida e fragile Giulietta Masina.

 

Humphrey Bogart

Il mitico Bogey era stato considerato per un ruolo ne Il bidone, storia di tre truffatori (specializzati in "bidoni", appunto, ai poveri contadini). Al momento della convocazione da parte dei produttori, però, l'attore era già ammalato di cancro (morì poco tempo dopo) e fu sostituito da Broderick Crawford.

 

Paul Newman

Federico Fellini e Marcello Mastroianni, un connubio magico e irripetibile; e infatti il regista rifiutò la partecipazione a La dolce vita di Paul Newman, star di calibro internazionale che (leggenda narra) era desideroso di recitare nel film, a favore di Mastroianni, suscitando le ire di Dino De Laurentiis, fortemente propenso a reclutare l'interprete americano. 

 

Henry Fonda

Altro attore statunitense che avrebbe potuto lavorare con Fellini è Henry Fonda, che doveva interpretare Enrico Steiner ne La dolce vita ma che decise all'ultimo di rinunciare, con grande rimpianto di Fellini che lo considerava assai adatto. Per il ruolo furono considerati, tra gli altri, anche Peter Ustinov ed Enrico Maria Salerno; a spuntarla fu però Alain Cuny.

 

Gina Lollobrigida

Ancora La dolce vita, per cui la scelta del cast fu piuttosto travagliata: Gina Lollobrigida dichiarò che le era stato proposto il ruolo di Emma, poi andato alla francese Yvonne Furneaux. Cause della mancata collaborazione: la gelosia del marito, che nascose il copione per impedire alla Lollobrigida di partecipare al film, e la volontà di Fellini di alleggerire la carnalità del personaggio.

 

Laurence Olivier

La monumentale autobiografia di un genio in forma di racconto polifonico, il testamento artistico multiforme di un autore che si dona al mondo non risparmiando nulla della magnifica integrità delle sue bugie quotidiane: è l'opera in cui la sovrapposizione tra Fellini e il suo alter-ego e attore feticcio Mastroianni alias Guido Anselmi è più marcata. Incredibilmente, però, Fellini aveva pensato ad altri due nomi da capogiro: Laurence Olivier e...

 

Charlie Chaplin

...Charlie Chaplin. In questo caso, pensare a come Chaplin avrebbe potuto incarnare Guido, regista debilitato in modo mellifluo dalla malinconia e dall'indolenza ma anche suadente e sfaccettato nell'animo, veicolo attraverso cui far passare un flusso di coscienza prepotente, nel quale le luci e le ombre del mondo felliniano dialogano le une con le altre, delineando una sorta di moderno romanzo cinematografico in prima persona, suscita più di un rimpianto.

 

Bud Spencer

Federico Fellini trasfigura il Satyricon della scrittore romano Petronio Arbitro reinventandolo sequenza per sequenza e riflettendo sulle pulsioni mortuarie del mondo moderno. Per il ruolo di Trimalcione, il regista aveva inizialmente pensato a Bud Spencer, che però rifiutò la parte. A quanto pare, per problemi a esporre troppe nudità.

 

Edwige Fenech

Amarcord, "mi ricordo": la quintessenza di un regista che elabora se stesso e il proprio passato immaginandolo a ruota libera. Per il ruolo di Ninola detta "Gradisca" Fellini aveva pensato a Sandra Milo e, al rifiuto di questa, a Edwige Fenech. Poco prima di ufficializzare, la scelta fu dirottata su Magali Noël: la Fenech era infatti troppo magra per i canoni estetici autoriali e non riusciva a ingrassare abbastanza.

 

 

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