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Gomorra New Edition su Rai 3: la nuova versione del film di Matteo Garrone in onda il 16 Aprile

Il 16 Aprile andrà in onda su Rai 3, in prima serata, una nuova versione di Gomorra (2008) di Matteo Garrone, vincitore del Gran Prix della Giuria a Cannes e di sette David di Donatello.




Dopo tredici anni dall’uscita in sala, il regista consegna al pubblico un’edizione inedita del progetto, nata dal confronto con suo figlio e dal conseguente desiderio di chiarire alcune parti del film, soprattutto per le nuove generazioni. In particolare, gli interventi apportati comprendono l’inserimento di cartelli, il rimontaggio di sette scene, l’aggiunta di tagli e di nuove inquadrature di luoghi come le Vele di Scampia, il Villaggio Coppola e l’area del vesuviano. Alla luce di questa rivisitazione, Garrone ha notato come l’opera sia, di fatto, estremamente contemporanea e abbia, quindi, resistito alla prova del tempo. Ciò è dovuto, soprattutto, all’universalità delle tematiche trattate.




A tal proposito, il regista ha affermato: “[Il film] parla della criminalità a Napoli ma ci si trovano temi legati alle vite di tutto il mondo: la difficoltà del vivere, il male, i conflitti umani, il rapporto del mondo circostante con la sua violenza e l’aspetto anche ingenuo e illusorio dei ragazzini, che vivono come dentro una realtà di cui non sono consapevoli fino in fondo”. Tali temi vengono trattati attraverso molteplici storie che si intrecciano in un territorio martoriato dalla presenza invasiva della camorra: tra i protagonisti vi sono Pasquale (Salvatore Cantalupo), un sarto sotto ricatto, Totò (Salvatore Abruzzese), ragazzino cresciuto a Scampia che non può rimanere insensibile alle sirene dei clan, Franco (Toni Servillo), uomo senza scrupoli alle prese con lo smaltimento dei rifiuti tossici e, infine, Marco (Marco Macor) e Ciro (Ciro Petrone), due giovani aspiranti criminali, cresciuti col mito di Scarface. Nonostante le numerose tematiche affrontate nel lungometraggio, ve ne sono ancora molte altre che Garrone avrebbe voluto approfondire, come l’universo della camorra visto attraverso uno sguardo femminile o la figura di Don Diana.

L’uscita di Gomorra New Edition in televisione e, in alcuni paesi come Svizzera e Spagna, in sala, è un’occasione per ricordare gli antefatti di questo storico progetto, i diversi momenti che hanno portato alla sua realizzazione. Come racconta Domenico Procacci, fondatore della casa di produzione Fandango, il tutto nacque da un manoscritto di Roberto Saviano che fu da subito opzionato per il cinema e proposto a Garrone. Inizialmente, l’intenzione di quest’ultimo era di utilizzare il materiale a disposizione per dare vita a una serie televisiva. Tuttavia, secondo il regista “i tempi non erano maturi per una serialità” e sarebbe stata da scartare anche l’ipotesi di un sequel: “Gomorra è stato un viaggio in un mondo fatto in presa diretta, eravamo invisibili. Dopo il successo e il clamore era impossibile tornare e ritrovare la stessa atmosfera. Ho preferito lasciare la possibilità ad altri”. Possibilità che è stata sfruttata negli anni a venire da nuovi prodotti, tra cui la serie televisiva omonima (2014 -) che ha avvicinato determinate tematiche a un pubblico più giovane. Tuttavia, come afferma Paolo Del Brocco di Rai Cinema, il film di Garrone ne rimane “il capostipite” e, di conseguenza, la sua riproposizione può essere un’occasione per le nuove generazioni di conoscere un progetto che ha rappresentato “un punto di svolta del nostro cinema di qualità”.




Dopo il 16 Aprile, un’altra data importante per Matteo Garrone sarà il 25 Aprile, giorno della cerimonia di premiazione degli Oscar, dove il suo Pinocchio (2019) è candidato a Miglior Costumi e Miglior Trucco. Rifiutando di avanzare polemiche in merito alla mancata nomination a Miglior Film Straniero, il regista si dichiara soddisfatto dei risultati raggiunti, soprattutto considerando che si tratta di un “film italiano indipendente, senza piattaforma o major dietro”. A ciò si aggiunge “la gioia perché il distributore Usa, Roadside Attractions, ha accettato di farlo uscire in versione doppiata, mantenendo l’italianità dell’accento”.

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