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Mostra del cinema di Venezia 2020: i 10 film più attesi della 77esima edizione
Venezia 77 è ormai ai nastri di partenza. In attesa di avventurarci nelle visioni del Lido, in un'edizione segnata dal distanziamento sociale e dalle norme di sicurezze come protocolli sanitari impongono, stiliamo come di consueto un breve elenco dei nostri film più attesi tra quelli in cartellone alla Mostra del cinema di Venezia 2020.

MISS MARX, Susanna Nicchiarelli - Concorso



Dopo il successo internazionale del precedente Nico, 1988, Susanna Nicchiarelli affronta un nuovo biopic, girato in inglese e dedicato alla figlia minore di Marx, Eleanor, una donna di una intelligenza politica fuori dal comune e tra le prime della storia a far convergere le istanze femministe con il socialismo. Viene descritto come il racconto delle contraddizioni di una donna e di un’epoca in bilico tra ragione e sentimento, sottomissione ed emancipazione. La regista con Nico, 1988 aveva vinto Orizzonti a Venezia nel 2017 e la crescita del suo sguardo e delle sue ambizioni espressive con quel progetto si era già fatta sentire a chiare lettere: un motivo in più per attendere con curiosità il suo nuovo film, dedicato a una figura femminile decisamente non nota e indubbiamente intrigante. 

NOTTURNO, Gianfranco Rosi - Concorso



Per il suo nuovo film Gianfranco Rosi, Leone d'oro a Venezia per Sacro GRA e Orso d'oro a Berlino per Fuocoammare (col quale aveva conquistato anche la nomination agli Oscar come miglior documentario), ha trascorso tre anni in più territori del Medio Oriente, sui confini tra Siria, Iraq, Kurdistan e Libano, per raccontare le storie e i personaggi oltre il conflitto. Non sarà dunque un documentario - termine in ogni caso più che mai limitante per il cinema di Rosi -, con scontri a fuoco e scene raccapriccianti ai quali i reportage e i materiali da quelle aree tormentate e abbrutite del mondo ci hanno tragicamente abituato, ma molto probabilmente un'indagine socio-antropologica più sottile e di radicale e intransigente slancio formale, come spesso accade con i lavori del suo autore. Sicuramente il film italiano più atteso del Concorso di quest'anno. 

NOMADLAND, Chloé Zhao - Concorso



Tratto dal libro Nomadland: un racconto d’inchiesta (2017) della giornalista Jessica Bruder, il film segue Fern (Frances McDormand), una donna che, dopo il collasso economico di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte col suo van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest americano. Una guida alla sopravvivenza che acquista un significato particolare in questo periodo di isolamento causato dalla pandemia, con una cast composto in prevalenza da personaggi che interpretano se stessi. La regista sino-americana Chloé Zhao, dietro la macchina da presa per il cinecomic Marvel prossimo venturo Eternals, aveva ben impressionato col suo precedente The Rider - Il sogno di un cowboy e il suo nuovo film, che verrà presentato in contemporanea con Venezia nei principali festival nordamericani in virtù, è già circondato da un buzz positivo e alcuni lo danno già in predicato per i prossimi Oscar. 

LACCI, Daniele Luchetti - Fuori Concorso / Fiction - Film d'apertura



Napoli, primi anni ‘80: il matrimonio di Aldo e Vanda entra in crisi quando Aldo si innamora della giovane Lidia. Trent'anni dopo, Aldo e Vanda sono ancora sposati. Un giallo sui sentimenti, una storia di lealtà ed infedeltà, di rancore e vergogna. Un tradimento, il dolore, una scatola segreta, la casa devastata, un gatto, la voce degli innamorati e quella dei disamorati. Dal libro omonimo di Domenico Starnone, per il New York Times uno dei 100 migliori libri del 2017: un romanzo di rara sottigliezza psicologica, il cui spessore letterario stava tutto in un scavo misurato e sfaccettato sui temi dell'invecchiamento e dell'appassirsi del rapporto di coppia, con a fare da sottofondo impassibile il rumore sordo e inesorabile del tempo che passa. Un testo non facile da portare sul grande schermo nella sua docile ricchezza e al quale Luchetti, dopo molte prove appannate ed esiti altalenanti e discontinui, è chiamato a dare corpo nel migliore dei modi. Nel cast Alba Rohrwacher, Luigi Lo Cascio, Laura Morante, Silvio Orlando, Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Linda Caridi. Era dal 2009, quando l'onore toccò a Baarìa di Giuseppe Tornatore, che la Mostra di Venezia non veniva aperta da un film italiano. 

THE HUMAN VOICE, Pedro Almodóvar - Fuori Concorso / Fiction 



Libero adattamento dell’originale pièce teatrale di Jean Cocteau, su cui Pedro Almodóvar ha sognato per decenni. Racconta la storia di una donna disperata (Tilda Swinton), che aspetta la telefonata dell’amato che l’ha appena abbandonata. Si tratta del primo film in inglese di Pedro Almodóvar, che a The Human Voice si era già ispirato per uno dei suoi film più celebri, Donne sull'orlo di una crisi di nervi. E quale modo migliore per festeggiare il Leone d'oro alla carriera della Swinton?

MANDIBULES, Quentin Dupieux - Fuori Concorso / Fiction 



Due amici, Jean-Gab e Manu, scoprono una mosca gigante nel bagagliaio di un'auto e decidono di addomesticarla per guadagnare. La sinossi più folle e curiosa di Venezia 77 è quella del nuovo film di Quentin Dupieux, noto anche con lo stereotipo di Mr. Oizo in qualità di musicista e produttore discografico. Viene descritto come "un altro capitolo dell’edificio cinematografico che Dupieux sta costruendo all’insegna del surreale, del grottesco e dell’implausibilità, con risultati spesso esilaranti" ed è il potenziale cult weido di quest'edizione.

CITY HALL, Frederick Wiseman - Fuori Concorso / Non Fiction



Nuovo capitolo dell’appassionante indagine di Wiseman sulle istituzioni che sono alla base della società americana. Dopo Berkeley e la Public Library di New York, è il Boston City Hall l’oggetto della nuova esplorazione di un regista instancabile nonostante i suoi novant’anni. Qui il Sindaco si occupa in prima persona dei problemi della sicurezza, dei vigili del fuoco, della sanità, dei veterani, degli anziani, dei parcheggi e via elencando. L’amministrazione comunale permea ogni aspetto della vita dei cittadini. Una realtà sotterranea che tende ad essere data per scontata dai cittadini, vista nella quotidianità, da un punto di vista interno. Ogni lavoro di Wiseman è una sorta di moloch del discorso pubblico e un trattato sul funzionamento delle istituzioni, sezionate in vitro con un impeto dialogico (e dialettico) indefesso. A 90 anni il maestro del documentario americano è ancora infaticabile, e alla luce del suo granitico e illuminante metodo di lavoro ogni suo film è un appuntamento imperdibile (quasi tutte le sue fatiche, negli ultimi anni, hanno tra l'altro trovato posto alla Mostra e quest'ultima non fa eccezione). 

SALVATORE, SHOEMAKER OF DREAMS, Luca Guadagnino - Fuori Concorso / Non Fiction



All’inizio del XX secolo, un giovane calzolaio irpino di umili origini, Salvatore Ferragamo, salpa da Napoli verso l’America in cerca di una vita migliore. Si stabilisce nel Sud della California e diventa il più famoso calzolaio di Hollywood all’epoca del muto. Nel 1927 torna in Italia e fonda una delle più conosciute a apprezzate case di moda italiane nel mondo. Questo documentario racconta la sua epopea professionale e umana e a dirigerlo c'è Luca Guadagnino, il cui viaggio nell'universo di Ferragamo si preannuncia particolarmente avvolgente (il regista palermitano porterà Fuori Concorso anche un cortometraggio girato in Sicilia durante il lockdown, Fiori, Fiori, Fiori!). Il direttore della Mostra Alberto Barbera, in sede di conferenza stampa, ne ha parlato come di un documentario avventuroso e appassionante come un biopic.

I PREDATORI, Pietro Castellitto - Orizzonti



Un racconto corale nell’ambiente odierno della destra romana. Una storia di attriti tra due famiglie opposte e nemiche, diretto da Pietro Castellitto, figlio d'arte e astro nascente del cinema italiano che vedremo prossimamente come protagonista nella serie Sky Original su Francesco Totti, Speravo de mori' prima, e in Freaks Out di Gabriele Mainetti nelle sale a dicembre. Del suo esordio alla regia si dice un gran bene nell'ambiente del cinema italiano da un po' di tempo e potrebbe essere, incrociando le dita, una delle sorprese più felici di questa Mostra.
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