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Ricordando Ennio Morricone: le sue 10 migliori colonne sonore

Classe 1928, tra gli artisti più prolifici del panorama moderno e contemporaneo: questa notte è venuto a mancare Ennio Morricone, grande musicista e compositore, autore di alcune delle colonne sonore più belle del cinema italiano e mondiale.

Una carriera di successi e di riconoscimenti, culminati forse con la vittoria dell'Oscar nel 2016 per la partitura scritta per The Hateful Eight di Quentin Tarantino

Morricone ha cominciato a suonare e scrivere musica negli anni '50 e non ha più smesso: durante la sua vita ha lavorato con moltissimi registi, arrivando comporre e arrangiare le colonne sonore di più di 500 film.
Indimenticabile il sodalizio con Sergio Leone, di cui Morricone ha accompagnato e arricchito le immagini, ma non solo: il grande artista ha spesso collaborato a più riprese con altri autori, italiani e internazionali, tra cui spiccano Bertolucci, Tornatore, Argento, Petri, Malick, Carpenter, Pasolini

Per ricordare questo prolifico artista, ecco dieci colonne sonore significative (scelte con una certa sofferenza), in ordine rigorosamente cronologico, che hanno illuminato il suo percorso musicale e cinematografico.

Il buono, il brutto, il cattivo (1966)

«Vedi, il mondo si divide in due categorie, chi ha la pistola carica e chi scava. Tu scavi».
Un western che ha fatto scuola, e che non ha certo bisogno di presentazioni. Ultimo tassello della cosiddetta “trilogia del dollaro” (dopo Per un pugno di dollari e Per qualche dollaro in più), il film consolida il sodalizio tra Sergio Leone e Morricone, il quale contribuisce al successo planetario con un motivo epico e immortale.

Metti, una sera a cena (1969)

Sopravvalutato dramma da camera tratto dall'omonima pièce del regista Giuseppe Patroni Griffi. Ma le musiche di Morricone, sorta di ossessiva bossa nova dalle note ridotte al minimo, restano stampate nella memoria fin dal primo ascolto; e vincono il Nastro d'argento.

L'uccello dalle piume di cristallo (1970)

Prima dei Goblin e di Profondo rosso, c'è stato Ennio Morricone. E la collaborazione tra il compositore e Dario Argento (perdurata anche per i successivi Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio) dà vita a un'iconica soundtrack, omaggiata dallo stesso Tarantino in Grindhouse – A prova di morte.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970)

«Qualunque imposizione faccia su di noi, egli è servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano».
Splendido apologo sull'arroganza del potere e il delirio di un frustrato burocrate, il film di Elio Petri spicca il volo grazie all'interpretazione di Gian Maria Volonté e alla colonna sonora di Ennio Morricone (che musicò anche gli straordinari La classe operaia va in paradiso e Todo modo).

Milano odia: la polizia non può sparare (1974)

Umberto Lenzi dipinge una Milano senza speranza, tratteggiando un thriller poliziesco dalle tinte torbide e regalando un villain da antologia, interpretato dall'allucinato e allucinante Tomas Milian. Con il contributo di un Morricone in stato di grazia: la colonna sonora del film è di quelle che non si dimenticano facilmente.

I giorni del cielo (1978)

Disturbante fiaba nera diretta da Terrence Malick, regista di culto grazie alle sue visioni paesaggistiche in odore di misticismo che esaltano la belluina violenza umana. E Morricone riesce a coglierne perfettamente la poetica autoriale, componendo musiche dalla purezza cristallina e, al contempo, sottilmente angoscianti, che meritano la candidatura all'Oscar e il Premio BAFTA.

La cosa (1982)

Ispirandosi a La cosa da un altro mondo (1951), John Carpenter realizza un (sottovalutato, almeno all'uscita) horror fantascientifico, teso e claustrofobico, che ha segnato notevolmente l'immaginario anni Ottanta. L'atmosfera angosciante risulta enfatizzata dalle musiche di Morricone: sobrie, minimali e scandalosamente candidate ai Razzie Awards per la peggiore colonna sonora. Vertici di triste demenzialità.

C'era una volta in America (1984)

«Il tempo non può scalfire».
Opera monumentale, capolavoro senza tempo, straziante apologo sulla perdita dell'innocenza: Sergio Leone realizza il film sognato da una vita, consegnando al pubblico un testamento artistico e umano semplicemente sublime. Un lirismo immortalato da ogni gesto e fotogramma, reso ancor più struggente dalla colonna sonora del maestro Morricone che, tra tante perle, rende indimenticabile la sequenza della fuga dei piccoli protagonisti dal boss del quartiere.

Mission (1986)

Candidatura all'Oscar per Morricone che, convinto dal regista Roland Joffé, firma una delle sue colonne sonore più memorabili, riuscendo ad accrescere il valore artistico di un film non certo perfetto. Vincitore, comunque, della Palma d'oro al Festival di Cannes e del premio Oscar alla migliore fotografia di Chris Menges.

The Hateful Eight (2015)

Il film che ha regalato la statuetta a Morricone è un western con ambizioni pindariche di rilettura storica e politica. Quentin Tarantino colpisce nel segno, realizzando un'opera di grande maturità stilistica, impreziosita da una colonna sonora da urlo (ça va sans dire) nella quale spicca la partitura L'ultima diligenza di Red Rock.

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