Per un pugno di dollari
1964
Paesi
Italia, Spagna, Rft
Genere
Western
Durata
99 min.
Formato
Colore
Regista
Sergio Leone
Attori
Clint Eastwood
Marianne Koch
Gian Maria Volonté
José Calvo
Joseph Egger
Antonio Prieto
Benito Stefanelli
Nella città di San Miguel, sul confine tra Usa e Messico, giunge un misterioso pistolero solitario (Clint Eastwood) dal passato oscuro. Il paese è controllato da due famiglie rivali, i Rojo e i Morales, e il nuovo arrivato farà il doppio gioco per aizzare gli uni contro gli altri e, ovviamente, per guadagnarsi qualche soldo.
Primo capitolo della cosiddetta “trilogia del dollaro” (di cui fanno parte anche Per qualche dollaro in più, del 1965, e Il buono, il brutto, il cattivo, del 1966), Per un pugno di dollari fece conoscere al mondo del cinema il talento del regista Sergio Leone, lo sguardo penetrante dell'attore Clint Eastwood e le soavi partiture musicali di Ennio Morricone. Dopo il mediocre Il colosso di Rodi (1961), Leone passa al western, genere che lo consacrerà come uno dei maestri assoluti del cinema italiano. Alla base vi è la trama de La sfida del samurai (1961) di Akira Kurosawa, di cui Per un pugno di dollari è un remake non dichiarato (e diversi furono i contenziosi legali in questo senso), ma le ispirazioni provengono anche dalla letteratura e dall'opera di Goldoni Arlecchino, servitore di due padroni. La narrazione coinvolge e il ritmo è serrato fino alla fine, ma quello che colpisce maggiormente è lo stile di Leone, innovativo e in grado di differenziarsi nettamente dai western classici americani: primi piani, tempi dilatati, musiche epiche e incalzanti, rumori e suoni amplificati, un uso abbondante della violenza e del sangue (prima fra tutte, la scena della tortura ai danni del pistolero) unito a una vena più ironica e caricaturale per sdrammatizzare i momenti di maggior tensione (l'indimenticabile becchino, interpretato da Joseph Egger). Tutti elementi che, messi uno accanto all'altro, fanno di Per un pugno di dollari un'opera rivoluzionaria e irresistibile. Costato 120 milioni di lire, ebbe uno straordinario successo in tutto il mondo (11 milioni di dollari guadagnati soltanto negli Stati Uniti) e diede il via al filone del western all'italiana. Per avere maggiori possibilità internazionali, molti membri del cast e della troupe si firmarono con degli pseudonimi di matrice anglosassone: Sergio Leone divenne Bob Robertson (un omaggio a suo padre, Roberto Robert), Gian Maria Volonté (nei panni del bandito Ramón) optò per John Wells, mentre Ennio Morricone per Dan Savio.
Primo capitolo della cosiddetta “trilogia del dollaro” (di cui fanno parte anche Per qualche dollaro in più, del 1965, e Il buono, il brutto, il cattivo, del 1966), Per un pugno di dollari fece conoscere al mondo del cinema il talento del regista Sergio Leone, lo sguardo penetrante dell'attore Clint Eastwood e le soavi partiture musicali di Ennio Morricone. Dopo il mediocre Il colosso di Rodi (1961), Leone passa al western, genere che lo consacrerà come uno dei maestri assoluti del cinema italiano. Alla base vi è la trama de La sfida del samurai (1961) di Akira Kurosawa, di cui Per un pugno di dollari è un remake non dichiarato (e diversi furono i contenziosi legali in questo senso), ma le ispirazioni provengono anche dalla letteratura e dall'opera di Goldoni Arlecchino, servitore di due padroni. La narrazione coinvolge e il ritmo è serrato fino alla fine, ma quello che colpisce maggiormente è lo stile di Leone, innovativo e in grado di differenziarsi nettamente dai western classici americani: primi piani, tempi dilatati, musiche epiche e incalzanti, rumori e suoni amplificati, un uso abbondante della violenza e del sangue (prima fra tutte, la scena della tortura ai danni del pistolero) unito a una vena più ironica e caricaturale per sdrammatizzare i momenti di maggior tensione (l'indimenticabile becchino, interpretato da Joseph Egger). Tutti elementi che, messi uno accanto all'altro, fanno di Per un pugno di dollari un'opera rivoluzionaria e irresistibile. Costato 120 milioni di lire, ebbe uno straordinario successo in tutto il mondo (11 milioni di dollari guadagnati soltanto negli Stati Uniti) e diede il via al filone del western all'italiana. Per avere maggiori possibilità internazionali, molti membri del cast e della troupe si firmarono con degli pseudonimi di matrice anglosassone: Sergio Leone divenne Bob Robertson (un omaggio a suo padre, Roberto Robert), Gian Maria Volonté (nei panni del bandito Ramón) optò per John Wells, mentre Ennio Morricone per Dan Savio.
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