Roy

Andersson

31 marzo 1943, Göteborg
Premi Principali
Leone d'argento per la miglior regia alla Mostra del Cinema di Venezia 2019
Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2014

Regista svedese. All’inizio della sua carriera si cimenta con alcuni cortometraggi amatoriali, per poi dirigere il suo primo lungometraggio, A Swedish Love Story (En kärlekshistoria, 1970), che ottiene svariati premi e viene presentato al Festival di Berlino. Dirige in seguito Giliap (1975), che non ottiene particolari riscontri e al quale segue, dopo una lunghissima pausa di ben venticinque anni, Songs From the Second Floor (Sånger från andra våningen, 2000), in cui radicalizza la propria riflessione sui tratti deformanti dell’essere umano moderno, diviso tra assurdità esistenziale e straniato surrealismo. Il film passa al Festival di Cannes, dove si aggiudica il premio della giuria. In questo lungo lasso di tempo Andersson si dedica a spot pubblicitari, un terreno espressivo nel quale si dimostra indiscusso e originale maestro, e documentari dalle tematiche politiche e ambientali. Nel 2007 torna al Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard, con il secondo capitolo della trilogia inaugurata dal film di sette anni prima, You, the Living (Du levande). Un trittico che si conclude in grande stile con Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza (En duva satt på en gren och funderade på tillvaron, 2014), altro spaccato sul male di vivere di stampo nordico che flirta con lo straniamento brechtiano, velato di amaro e spassoso disincanto, col quale vince il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia. Cinque anni dopo torna al Lido con About Endlessness (Om det oändliga), un film totalmente coerente con il suo stile, con cui ottiene un altro riconoscimento: il Leone d'argento per la miglior regia.

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