31

Notte di Halloween, 1976. Un bizzarro carrozzone di circensi viene attaccato da un gruppo di uomini mascherati: trascinati in un edificio isolato, i malcapitati saranno costretti a muoversi in un mortale labirinto, inseguiti da un esercito di killer psicopatici in un efferato gioco al massacro per il divertimento di ricchi perversi.



Arrivato alla settima regia, e dopo il visionario e bellissimo Le streghe di Salem (2012), per la prima volta Rob Zombie mostra segni di un’evidente stanchezza e svogliatezza. Lontano anni luce dai guizzi autoriali visibili anche nei suoi lavori meno riusciti, ma comunque interessanti come l'esordio La casa dei 1000 corpi (2003), 31 è un film che parte stanco anche nel decantato (almeno nelle premesse del battage pubblicitario) elemento splatter. Omaggio agli slasher movie, fortemente citazionista (evidenti i rimandi a Non aprite quella porta di Tobe Hooper, 1974) ma con poca originalità, mette in scena un campionario di cliché logori che si concretizza nella ripetizione della stessa sequenza, con i protagonisti braccati che urlano e fuggono in una totale mancanza di ispirazione. Persino il cast è annoiato, con una Sheri Moon Zombie (Charly) al di sotto di qualunque aspettativa, quasi una svogliata parodia delle sue solite sexy scream queen, e una particina (superflua) per Malcom McDowell. Una visione stantia e completamente stonata nella filmografia di un regista che, fino a questo esito, era da considerare una brillante promessa in un panorama spesso desolante come quello dell’horror contemporaneo.