Amateurs
Amatörer
Durata
102
Formato
Regista
Nella piccola cittadina svedese di Lafors, la notizia del possibile arrivo di una catena di grandi magazzini straniera genera ilarità nell’amministrazione locale presentandosi come soluzione al declino industriale della regione. Musse (Fredrik Dahl), impiegato comunale di origini indiane, decide di prendersi carico della realizzazione di uno spot che valorizzi l’immagine della comunità. Dopo aver proposto l’iniziativa agli studenti, l’incarico viene però affidato a un professionista, scatenando nelle giovani Aida e Dana il desiderio di raccontare la città attraverso il loro sguardo.
Identità, plurilinguismo e multiculturalità sono al centro di Amateurs, spaccato ironico e coinvolgente su una piccola località svedese ma capace di lanciare un’estesissima critica sociale. La realizzazione di uno spot pubblicitario si trasforma nel terreno di confronto tra la necessità di mostrarsi forti, appetibili alle logiche del mercato e l’irriducibile fragilità del quotidiano con le reali difficoltà di persone e aziende. L’immagine statica e idealizzata di una natura che nasconde l’uomo si scontra con la mobilità e l’umanità delle riprese di un telefonino, in un contrasto simbolico tra possibilità tecniche e idee realizzative. Il bisogno di doversi raccontare per ciò che non si è va incontro al fallimento e le uniche possibilità di narrazione restano nelle mani degli immigrati, desiderosi di entrare a far parte della comunità e portatori di uno sguardo nuovo. È in questo passaggio che Gabriela Pichler decide si separare Aida e Dana da Musse, rendendo le due ragazze espressione di un grido alla libertà dove gli esperimenti, le intuizioni ma soprattutto la sincerità sono le chiavi per superare gli ostacoli familiari, culturali e sociali che le dividono. Le riprese amatoriali riescono a restituire il lato oscuro di una Svezia rurale e inedita, lontana dall’impassibile efficienza che percepiamo dall’esterno e al centro piuttosto di una profondissima crisi identitaria. Il loro documentario lascia così un sorriso amaro, umoristico ma incapace di soddisfare il pubblico: nella sequenza finale la sala resta quasi completamente vuota ricordandoci che, al di là dei buoni propositi, la passione non sempre basta. È sufficiente però la presenza di uno spettatore, ancora capace di emozionarsi, per suggerirci che il ritorno alle origini, il canto di una melodia infantile attraverso i ricordi, può essere il puro e sincero punto di partenza per iniziare a ritrovare sé stessi. Il film è stato presentato nella rassegna “Carbonia Film Festival online presenta…”.
Identità, plurilinguismo e multiculturalità sono al centro di Amateurs, spaccato ironico e coinvolgente su una piccola località svedese ma capace di lanciare un’estesissima critica sociale. La realizzazione di uno spot pubblicitario si trasforma nel terreno di confronto tra la necessità di mostrarsi forti, appetibili alle logiche del mercato e l’irriducibile fragilità del quotidiano con le reali difficoltà di persone e aziende. L’immagine statica e idealizzata di una natura che nasconde l’uomo si scontra con la mobilità e l’umanità delle riprese di un telefonino, in un contrasto simbolico tra possibilità tecniche e idee realizzative. Il bisogno di doversi raccontare per ciò che non si è va incontro al fallimento e le uniche possibilità di narrazione restano nelle mani degli immigrati, desiderosi di entrare a far parte della comunità e portatori di uno sguardo nuovo. È in questo passaggio che Gabriela Pichler decide si separare Aida e Dana da Musse, rendendo le due ragazze espressione di un grido alla libertà dove gli esperimenti, le intuizioni ma soprattutto la sincerità sono le chiavi per superare gli ostacoli familiari, culturali e sociali che le dividono. Le riprese amatoriali riescono a restituire il lato oscuro di una Svezia rurale e inedita, lontana dall’impassibile efficienza che percepiamo dall’esterno e al centro piuttosto di una profondissima crisi identitaria. Il loro documentario lascia così un sorriso amaro, umoristico ma incapace di soddisfare il pubblico: nella sequenza finale la sala resta quasi completamente vuota ricordandoci che, al di là dei buoni propositi, la passione non sempre basta. È sufficiente però la presenza di uno spettatore, ancora capace di emozionarsi, per suggerirci che il ritorno alle origini, il canto di una melodia infantile attraverso i ricordi, può essere il puro e sincero punto di partenza per iniziare a ritrovare sé stessi. Il film è stato presentato nella rassegna “Carbonia Film Festival online presenta…”.