Bruno (Vincenzo Salemme) è figlio di un boss della camorra napoletana ed è noto per essere un dongiovanni. Ricevuta la cornea di Nina (Tosca D'Aquino) in seguito a un trapianto, l'uomo comincia a provare attrazione per Fortunato (Maurizio Casagrande), il marito della donna. La situazione si complica perché Bruno sta per sposare Roberta (Mandala Tayde), figlia di un boss amico del padre.

Salemme prova a raccontare una favola sull'amore, ma fallisce miseramente: la trama si incaglia nei luoghi comuni e nella superficialità, scambiata erroneamente dal regista per leggerezza, accontentandosi di trattare il presunto tabù della tematica omosessuale attraverso uno sguardo politicamente corretto mai sbilanciato. I dialoghi sono imbarazzanti, così come le gag comiche, ben lontane dal suscitare almeno un sorriso, mentre i personaggi sono rinchiusi in bozzetti fastidiosi e malamente caricaturali. La macchina da presa si muove, manco a dirlo, con sciatteria piatta e televisiva, procedendo di faciloneria in faciloneria.
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