Amelia

1928, Boston. Amelia Earhart (Hilary Swank) viene scelta da George Putnam (Richard Gere), suo futuro marito, per essere la prima aviatrice donna al mondo a sorvolare l'Atlantico. Il 2 luglio del 1932 scomparirà misteriosamente nelle acque del Pacifico, nell'intento di realizzare il suo più grande sogno: completare in aereo il giro dell'intera circonferenza terrestre.



Dramma incentrato su un'idealista amante del rischio, dotata di fortissima determinazione, un'icona femminile d'altri tempi che ha compiuto la transvolata dell'Atlantico in solitaria, rendendo possibile l'impossibile e sacrificando la propria vita in nome della passione incondizionata per il volo. Per mettere in scena le avventurose gesta di una delle più celebrate eroine americane, la regista indiana Mira Nair si limita a seguirne pedissequamente la biografia, in modo piatto e senza il minimo sussulto: perdersi in dettagli e rimarcare l'elemento sentimentale, così come le atmosfere dell'America anni Tranta, non aiuta a dare respiro a un racconto privo di drammaturgia. A rischiare di rimanere schiacciata è Hilary Swank (unica nota d'interesse in un'opera monocorde e noiosetta), che si ritaglia comunque il proprio spazio di azione per una performance inappuntabile e appassionata, calandosi perfettamente nei panni della vera Earhart. Trascurabile. Scritto da Ronald Bass e Anna Hamilton Phelan; musiche di Gabriel Yared.