Norte, the End of History
Norte, hangganan ng kasaysayan
Durata
250
Formato
Regista
Fabian (Sid Lucero), uno studente di giurisprudenza di buone speranze, commette un duplice omicidio. A essere accusato però è un uomo innocente: un padre di famiglia (Archie Alemania) che, finendo in prigione, lascia da soli sua moglie (Angeli Bayani) e i suoi due figli. Intanto, però, Fabian non riesce a dimenticare quello che ha fatto.
Per la seconda volta in carriera, il regista filippino Lav Diaz prende ispirazione da Delitto e castigo di Fëdor MichajloviÄ Dostoevskij, dopo il suo esordio Serafin Geronimo: The Criminal of Barrio Concepcion (1998). Rispetto alla sua acerba opera prima, ora Diaz si trova nel pieno della maturità artistica, e confeziona un'opera di alto spessore morale, che ragiona sulla colpa originaria di un'intera nazione, e sui motivi che possono portare a compiere il Male. Se le tematiche sono state già affrontate più volte dal cineasta, quello che colpisce immediatamente sono le nette differenze formali rispetto ai suoi lavori precedenti: innanzitutto, Norte, the End of History è un film a colori (da quasi dieci anni Diaz girava unicamente in bianco e nero) e i movimenti di macchina sono decisamente più complessi e dinamici del solito. Nonostante il cambio di stile, il tocco poetico dell'autore è sempre riconoscibile nella composizione d'immagini di squarciante bellezza, ben illuminate dalla fotografia di Larry Manda. Diaz è capace di dare vita a un cinema contemplativo e statico, che improvvisamente (quando meno ce lo si aspetta) si trasforma in azioni spietate, capaci di estrema violenza. Notevole prova di Sid Lucero, ma tutto il cast (Angeli Bayani in particolare) è all'altezza del regista che li ha diretti.
Per la seconda volta in carriera, il regista filippino Lav Diaz prende ispirazione da Delitto e castigo di Fëdor MichajloviÄ Dostoevskij, dopo il suo esordio Serafin Geronimo: The Criminal of Barrio Concepcion (1998). Rispetto alla sua acerba opera prima, ora Diaz si trova nel pieno della maturità artistica, e confeziona un'opera di alto spessore morale, che ragiona sulla colpa originaria di un'intera nazione, e sui motivi che possono portare a compiere il Male. Se le tematiche sono state già affrontate più volte dal cineasta, quello che colpisce immediatamente sono le nette differenze formali rispetto ai suoi lavori precedenti: innanzitutto, Norte, the End of History è un film a colori (da quasi dieci anni Diaz girava unicamente in bianco e nero) e i movimenti di macchina sono decisamente più complessi e dinamici del solito. Nonostante il cambio di stile, il tocco poetico dell'autore è sempre riconoscibile nella composizione d'immagini di squarciante bellezza, ben illuminate dalla fotografia di Larry Manda. Diaz è capace di dare vita a un cinema contemplativo e statico, che improvvisamente (quando meno ce lo si aspetta) si trasforma in azioni spietate, capaci di estrema violenza. Notevole prova di Sid Lucero, ma tutto il cast (Angeli Bayani in particolare) è all'altezza del regista che li ha diretti.