Astrosamantha

Samantha Cristoforetti detiene il primato tra le donne europee per i giorni consecutivi di permanenza nello spazio. Questo documentario ripercorre le tappe della preparazione vissute dall’astronauta prima della partenza di quella che si è rivelata la seconda missione più lunga dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).



Approfittando del successo mediatico ottenuto da Samantha Cristoforetti, una volta ritornata sulla Terra dopo la sua missione spaziale, Gianluca Cerasola firma un documentario indubbiamente interessante per la capacità di svelare in maniera semplice e lineare tutto il lavoro e la preparazione che si celano dietro a una spedizione di questo genere. Tuttavia la pellicola risente di un didascalismo di fondo e di una messa in scena televisiva che a lungo andare si dimostrano inappropriati per mantenere viva l’attenzione degli spettatori. Se infatti le interviste agli addetti ai lavori e ai protagonisti della missione (Samantha in primis) sono stimolanti e curiose, la confezione adottata dal regista rivela diverse debolezze, a cominciare dall’invadente voce narrante prestata da Giancarlo Giannini, sino ai passaggi più retorici e studiati che privano l’opera della sincerità necessaria per coinvolgere a dovere lo spettatore. Fosse stato scelto per una serata tematica nel palinsesto del piccolo schermo, sarebbe stato perfetto, ma per il cinema risulta poco incisivo e raramente suggestivo come avrebbe dovuto.