È più facile per un cammello...
Il est plus facile pour un chameau...
Durata
110
Formato
Regista
Federica (Valeria Bruni Tedeschi) è una ricca borghese che vive a Parigi con il suo fidanzato. Ossessionata dal suo passato e cresciuta con enormi sensi di colpa per la sua agiatezza, che vede come un peccato, inizia a riconsiderare la propria vita.
Esordio alla regia di Valeria Bruni Tedeschi, il film è un racconto autobiografico che strizza l'occhio alla filmografia di Nanni Moretti, di Buñuel, e Woody Allen, nel tentativo di unire elegantemente diversi generi (mélo, dramma, commedia con tanto di inserimento di disegni animati). Un percorso di espiazione di una donna religiosa, nata in una condizione di estrema ricchezza, che si trova schiacciata da uno status che ha ereditato e che non può ripudiare, ma che non le consente di avere una vita "normale". Il tutto è sviscerato con inaudito snobismo e una autorialità di facciata, che può giusto trovare consensi negli altezzosi ambienti d'Oltralpe. La religione, il viaggio-rifugio in un mondo immaginario in cui si vede bambina, i numerosi parallelismi fiabeschi, sono elementi ben poco amalgamati secondo una sorta di bipolarismo che pervade tutta la pellicola. Sofisticato, ma complessivamente inutile. Premio Louis Delluc come miglior opera prima.
Esordio alla regia di Valeria Bruni Tedeschi, il film è un racconto autobiografico che strizza l'occhio alla filmografia di Nanni Moretti, di Buñuel, e Woody Allen, nel tentativo di unire elegantemente diversi generi (mélo, dramma, commedia con tanto di inserimento di disegni animati). Un percorso di espiazione di una donna religiosa, nata in una condizione di estrema ricchezza, che si trova schiacciata da uno status che ha ereditato e che non può ripudiare, ma che non le consente di avere una vita "normale". Il tutto è sviscerato con inaudito snobismo e una autorialità di facciata, che può giusto trovare consensi negli altezzosi ambienti d'Oltralpe. La religione, il viaggio-rifugio in un mondo immaginario in cui si vede bambina, i numerosi parallelismi fiabeschi, sono elementi ben poco amalgamati secondo una sorta di bipolarismo che pervade tutta la pellicola. Sofisticato, ma complessivamente inutile. Premio Louis Delluc come miglior opera prima.