Baciami Kate!
Kiss Me Kate
Durata
109
Formato
Regista
Fred Graham (Howard Keel), regista teatrale di stanza a Broadway, non esita a scritturare la sua ex consorte Lilli Vanessi (Kathryn Grayson) per il ruolo di protagonista nell'adattamento musicale de La bisbetica domata di William Shakespeare. Fred è in realtà ancora perdutamente innamorato della donna, che non gli perdona il suo comportamento truffaldino del passato; i continui screzi tra i due non fanno che ritardare la produzione, rischiando di far saltare lo spettacolo in quella che diventa una riproduzione concreta del testo fittizio.
Onesto e valido tentativo di costruzione di un discorso metanarrativo che mette in risalto uno dei generi di maggior successo negli anni Cinquanta a Hollywood: il musical. George Sidney riesce abilmente nell'intento di restituire al pubblico uno spettacolo allegro e divertente, ma non privo di una certa riflessione sia sul mondo dell'arte che sul genere nella sua interezza. I siparietti comici non fanno che amplificare l'aura da commedia rispetto alla parte musicale, che comunque inficia a tratti la narrazione, apparendo fagocitante. Caso più unico che raro, è anche uno degli esempi migliori di stereoscopia al cinema (ovviamente tenendo conto delle tecniche del tempo): fu infatti girato in un efficace 3D. Tra le canzoni migliori si possono citare Wunderbar, So in Love, From This Moment On e Too Darn Hot, tutte scritte da Cole Porter (che nel film ha il volto di Ron Randell), che dovette pure sopportare l'ombra minacciosa della censura che tolse ogni riferimento sessuale contenuto nei suoi testi. Fa qui una delle sue prime comparse come attore il regista Bob Fosse, nei panni di Hortensio.
Onesto e valido tentativo di costruzione di un discorso metanarrativo che mette in risalto uno dei generi di maggior successo negli anni Cinquanta a Hollywood: il musical. George Sidney riesce abilmente nell'intento di restituire al pubblico uno spettacolo allegro e divertente, ma non privo di una certa riflessione sia sul mondo dell'arte che sul genere nella sua interezza. I siparietti comici non fanno che amplificare l'aura da commedia rispetto alla parte musicale, che comunque inficia a tratti la narrazione, apparendo fagocitante. Caso più unico che raro, è anche uno degli esempi migliori di stereoscopia al cinema (ovviamente tenendo conto delle tecniche del tempo): fu infatti girato in un efficace 3D. Tra le canzoni migliori si possono citare Wunderbar, So in Love, From This Moment On e Too Darn Hot, tutte scritte da Cole Porter (che nel film ha il volto di Ron Randell), che dovette pure sopportare l'ombra minacciosa della censura che tolse ogni riferimento sessuale contenuto nei suoi testi. Fa qui una delle sue prime comparse come attore il regista Bob Fosse, nei panni di Hortensio.