Barbarella (Jane Fonda) naviga verso il pianeta Sogo alla ricerca di uno scienziato scomparso. Quest'ultimo ha la formula del terribile raggio positronico che potrebbe mettere a repentaglio l'esistenza dell'intero genere umano.

Da un fumetto del 1962 di Jean-Claude Forest, un film che ha fatto epoca (soltanto?) per la caratterizzazione della disinibita protagonista, Barbarella, una sexy eroina del futuro, sempre pronta a spogliarsi (come dimostrano anche i titoli di testa) a patto che sia lei stessa a volerlo. È uno dei primi personaggi cinematografici femminili che sceglie autonomamente i compagni di letto: per questo all'epoca venne considerata oltraggiosa e le polemiche fioccarono, mentre oggi è stata riabilitata come eroina protofemminista. Al di là di questa lettura, però, del film non rimane molto altro e, tra costumi succinti e scenografie bislacche, la narrazione si fa spesso grossolana e piuttosto confusa. Se lo si prende come un divertissement senza pretese si può anche stare al gioco volentieri, ma guai a chiedergli qualcosa di più. Prodotto da Dino De Laurentiis.
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