Roma a mano armata
Durata
95
Formato
Regista
Il commissario di polizia Leonardo Tanzi (Maurizio Merli), osteggiato dai superiori per i metodi violenti e sprezzanti delle procedure, ingaggia una lotta contro la criminalità organizzata; il grottesco malvivente Vincenzo Moretto, detto '"il Gobbo" (Tomas Milian), gli darà filo da torcere.
Affresco nero di una società allo sbando, Roma a mano armata ripresenta sullo schermo un volto iconico del poliziesco all'italiana, Maurizio Merli, che ritornerà nei panni del commissario Tanzi in Il cinico, l'infame, il violento, sempre diretto da Umberto Lenzi nel 1977. Il regista si propone di dare uno sguardo realistico a un'Italia scempiata dalla criminalità, scegliendone la capitale come teatro degli eventi. Il risultato è un film confuso e dispersivo, che si perde in gratuite digressioni e personaggi secondari di scarsa importanza. Unica nota di rilievo, l'efficace dualismo tra il personaggio di Tanzi e il deforme Vincenzo Moretto, a cui dà corpo un istrionico e inquietante Tomas Milian. La sottotraccia (consueta per il poliziottesco anni Settanta) della violenza come unico mezzo riparatore nei confronti del marciume della società è superficialmente trattata e raffigurata senza particolari tocchi visivi. Dettato da esigenze commerciali, allo scopo di sfruttare un filone all'epoca assai in voga. Milian riproporrà il personaggio in La banda del gobbo, diretto da Lenzi nel 1978. Sceneggiatura di Dardano Sacchetti, musiche di Franco Micalizzi.
Affresco nero di una società allo sbando, Roma a mano armata ripresenta sullo schermo un volto iconico del poliziesco all'italiana, Maurizio Merli, che ritornerà nei panni del commissario Tanzi in Il cinico, l'infame, il violento, sempre diretto da Umberto Lenzi nel 1977. Il regista si propone di dare uno sguardo realistico a un'Italia scempiata dalla criminalità, scegliendone la capitale come teatro degli eventi. Il risultato è un film confuso e dispersivo, che si perde in gratuite digressioni e personaggi secondari di scarsa importanza. Unica nota di rilievo, l'efficace dualismo tra il personaggio di Tanzi e il deforme Vincenzo Moretto, a cui dà corpo un istrionico e inquietante Tomas Milian. La sottotraccia (consueta per il poliziottesco anni Settanta) della violenza come unico mezzo riparatore nei confronti del marciume della società è superficialmente trattata e raffigurata senza particolari tocchi visivi. Dettato da esigenze commerciali, allo scopo di sfruttare un filone all'epoca assai in voga. Milian riproporrà il personaggio in La banda del gobbo, diretto da Lenzi nel 1978. Sceneggiatura di Dardano Sacchetti, musiche di Franco Micalizzi.