Tre episodi ispirati ai racconti di Edgar Allan Poe: in Metzengerstein (Roger Vadim) una contessa va incontro a una tragica fine; in William Wilson (Louis Malle) un ufficiale tedesco sfida a duello il proprio sosia; in Toby Dammit (Federico Fellini) un attore dalla psiche turbata affronterà i suoi fantasmi ma andrà a schiantarsi, in senso non solo figurato.

Un trittico di lavori piuttosto sganciati da qualsiasi visione unitaria e interessati, in due casi su tre, a rileggere Poe esasperandone le potenziali angosce estetiche piuttosto che scendere a fondo nelle radici autentiche delle sue ossessioni di autore letterario. Un vizio di fondo che non si può fare a meno di avvertire verso l'ipertrofia dei registi coinvolti. Roger Vadim, autore dell'episodio peggiore, si abbandonano a un'estetizzazione patinata, mentre Louis Malle non riesce a superare il limite di una costruzione della tensione troppo debole. Ben diverso il discorso per Federico Fellini, che gira il segmento più lungo e più riuscito (43 minuti) e disegna un affresco impazzito e sotto acido, con alcune sane stoccate corrosive e una visione schizofrenica delle miserie dello show-business. Con un finale tutto virato al blu di grande forza mortifera.


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