I racconti di Parvana – The Breadwinner

The Breadwinner

Durata

94

Formato

Regista

Afghanistan. Dopo che suo padre viene arrestato ingiustamente, la giovanissima Parvana è costretta a fingersi un maschio per poter aiutare la sua famiglia a sopravvivere. Grazie alla sua nuova identità, proverà anche a far uscire il padre dalla galera.

Terzo lungometraggio prodotto dallo studio d’animazione Cartoon Saloon, dopo gli splendidi The Secret of Kells (2009) e La canzone del mare (2014), I racconti di Parvana – The Breadwinner è un film che si distacca in maniera netta dalle tematiche e, in parte minore, dallo stile utilizzati nei due lavori precedenti. Alle favole del folklore irlandese, si sostituisce in questo caso una narrazione che denuncia la condizione delle donne in Afghanistan, le difficoltà di crescere sotto un tale regime e le lotte quotidiane che una famiglia come tante deve compiere per poter sopravvivere. La regista Nora Twomey, che aveva co-diretto The Secret of Kells assieme a Tomm Moore, prende spunto dal noto romanzo omonimo di Deborah Ellis e costruisce una narrazione che si alterna tra la vita dell’undicenne Parvana e dei suoi familiari e il racconto fantastico di un giovane eroe chiamato a salvare il suo villaggio dalla minaccia di un terribile e malvagio elefante. Così come cambiano i toni drammaturgici delle due vicende, così cambia anche l’animazione, che punta a un essenziale realismo per la parte di Parvana e a un suggestivo cutout (personaggi e sfondi sono creati come fossero composti da sezioni di carta ritagliate e attaccate una con l’altra) per quella relativa all’universo della favola. Una commistione fra due stili che rimangono fin troppo distaccati l’uno dall’altro (e anche il collegamento metaforico finale può apparire lievemente forzato), ma che comunque riesce ad affascinare e a produrre sequenze visivamente meravigliose, alternati a un contenuto incisivo, mai retorico e sempre toccante al punto giusto. Ci si emoziona dall'inizio alla fine, sia per la sceneggiatura ben calibrata, sia per la bellezza di un apparato visivo (digitale, seppur sembri interamente realizzato a mano) che non può lasciare indifferenti. Tra i produttori figura anche Angelina Jolie, come sempre attenta a partecipare a pellicole che tocchino tematiche inerenti alla condizione femminile nel mondo.
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