Another Year
Another Year
Durata
129
Formato
Regista
Tom (Jim Broadbent) e Gerri (Ruth Sheen) sono due coniugi che vivono la loro ordinata e pacata quotidianità, fatta di amici e conoscenti meno sereni di loro e di un'esistenza in campagna scandita direttamente dai ritmi della natura e dal passaggio delle stagioni.
Leigh tornare a mappare i sentimenti dei suoi personaggi dolci e fragili, confermandosi un grande umanista del cinema contemporaneo, le cui creature strappano sorrisi e scaldano il cuore, avvicinano alle lacrime e consentono di ripensare al proprio tempo perduto, alle stagioni passate, a un autunno della vita in cui il ricordo e il piccolo dettaglio quotidiano assumono una dimensione rivelatrice senza eguali. Accanto alla bonarietà volitiva di Tom e Gerri, destinati a stare insieme fin dai rispettivi nomi, scorrono le depressioni e le svampite inadeguatezze di chi gravita loro intorno, tra pregiudizi razziali e amori combinati ma impossibili, destinati al fallimento e a creare distanze su distanze. Mentre gli affetti forzati naufragano senza lasciare traccia, la vitalità dei due stagionati ma appassionati coniugi non accenna a scemare, tra gioie e dolori, tra goffi e buffi rimpianti e stropicciato ottimismo. Il cinema di Leigh si dimostra generoso serbatoio di sfumature, dedito all'affresco, alla celebrazione accorata dell'emozione, a una poesia commovente delle piccole cose. Another Year convoglia su di sé tali pregi, oltre a poggiare su una sceneggiatura di fortissima bellezza e profondità psicologica. Lo sguardo non consolatorio che invade il finale del film è una chiusa di grande onesta e maturità: le stagioni cambiano, un altro anno può sopraggiungere, ma la malinconia, lo spaesamento, il senso di perdita di chi è inadatto alla vita non vengono di certo meno. Il personaggio di Mary, interpretato dalla bravissima Lesley Manville, in tal senso è dir poco emblematico. Presentato in concorso al Festival di Cannes, dove si è aggiudicato il Premio della Giuria ecumenica.
Leigh tornare a mappare i sentimenti dei suoi personaggi dolci e fragili, confermandosi un grande umanista del cinema contemporaneo, le cui creature strappano sorrisi e scaldano il cuore, avvicinano alle lacrime e consentono di ripensare al proprio tempo perduto, alle stagioni passate, a un autunno della vita in cui il ricordo e il piccolo dettaglio quotidiano assumono una dimensione rivelatrice senza eguali. Accanto alla bonarietà volitiva di Tom e Gerri, destinati a stare insieme fin dai rispettivi nomi, scorrono le depressioni e le svampite inadeguatezze di chi gravita loro intorno, tra pregiudizi razziali e amori combinati ma impossibili, destinati al fallimento e a creare distanze su distanze. Mentre gli affetti forzati naufragano senza lasciare traccia, la vitalità dei due stagionati ma appassionati coniugi non accenna a scemare, tra gioie e dolori, tra goffi e buffi rimpianti e stropicciato ottimismo. Il cinema di Leigh si dimostra generoso serbatoio di sfumature, dedito all'affresco, alla celebrazione accorata dell'emozione, a una poesia commovente delle piccole cose. Another Year convoglia su di sé tali pregi, oltre a poggiare su una sceneggiatura di fortissima bellezza e profondità psicologica. Lo sguardo non consolatorio che invade il finale del film è una chiusa di grande onesta e maturità: le stagioni cambiano, un altro anno può sopraggiungere, ma la malinconia, lo spaesamento, il senso di perdita di chi è inadatto alla vita non vengono di certo meno. Il personaggio di Mary, interpretato dalla bravissima Lesley Manville, in tal senso è dir poco emblematico. Presentato in concorso al Festival di Cannes, dove si è aggiudicato il Premio della Giuria ecumenica.