The Brink
The Brink
Durata
91
Formato
Regista
Ritratto di Steve Bannon, stratega di Donald Trump fino alla sua estromissione nell'estate del 2018, e ideologo della nuova destra estremista statunitense.
Diretto dalla regista Alison Klayman, già autrice di Ai Weiwei: Never Sorry (2012), The Brink (letteralmente “il limite”), campione d’incassi negli States, ci propone uno spaccato della crociata politica post-Trump dell’ex consigliere della sua campagna elettorale, cavalcata trionfale e sorprendente che lo portò a diventare incredibilmente il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America nel novembre del 2016. Il film segue passo passo la storia di Steve Bannon, dal suo allontanamento dalla Casa Bianca fino al tour itinerante tra gli USA e l’Europa che l’ha consacrato come massimo e più decisivo alfiere del populismo e del sovranismo di governo, volto ad assimilare i partiti di estrema destra delle varie nazioni sotto un fronte omogeneo. Il sottotitolo italiano, Sull’orlo dell’abisso, restituisce appieno le ombre e le prerogative estreme di un pensiero politico che mira a ridefinire l’assetto globale e le forme di comunicazione del potere e The Brink è efficace nell’evidenziare i nodi cruciali di un pensiero che intende portare acqua al proprio mulino, facendo leva su razzismo e differenze di classe, ma anche sul carisma di Bannon e sui lati più sornioni e accattivanti della sua personalità multiforme e stratificata. Lo sguardo adottato dal documentario evita di sbilanciarsi e di schierarsi e mantiene un’efficace e guardinga nettezza, anche se proprio in virtù di tale presa di distanza non raggiunge il vertiginoso spessore e l’incandescente tono confidenziale del film che il documentarista Errol Morris ha dedicato allo stesso Bannon, American Dharma (2018). È, ad ogni modo, una visione estremamente interessante, e perfino obbligata, per avvicinarsi alle elezioni di midterm del 2020 che vedranno Trump correre per un secondo mandato.
Diretto dalla regista Alison Klayman, già autrice di Ai Weiwei: Never Sorry (2012), The Brink (letteralmente “il limite”), campione d’incassi negli States, ci propone uno spaccato della crociata politica post-Trump dell’ex consigliere della sua campagna elettorale, cavalcata trionfale e sorprendente che lo portò a diventare incredibilmente il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America nel novembre del 2016. Il film segue passo passo la storia di Steve Bannon, dal suo allontanamento dalla Casa Bianca fino al tour itinerante tra gli USA e l’Europa che l’ha consacrato come massimo e più decisivo alfiere del populismo e del sovranismo di governo, volto ad assimilare i partiti di estrema destra delle varie nazioni sotto un fronte omogeneo. Il sottotitolo italiano, Sull’orlo dell’abisso, restituisce appieno le ombre e le prerogative estreme di un pensiero politico che mira a ridefinire l’assetto globale e le forme di comunicazione del potere e The Brink è efficace nell’evidenziare i nodi cruciali di un pensiero che intende portare acqua al proprio mulino, facendo leva su razzismo e differenze di classe, ma anche sul carisma di Bannon e sui lati più sornioni e accattivanti della sua personalità multiforme e stratificata. Lo sguardo adottato dal documentario evita di sbilanciarsi e di schierarsi e mantiene un’efficace e guardinga nettezza, anche se proprio in virtù di tale presa di distanza non raggiunge il vertiginoso spessore e l’incandescente tono confidenziale del film che il documentarista Errol Morris ha dedicato allo stesso Bannon, American Dharma (2018). È, ad ogni modo, una visione estremamente interessante, e perfino obbligata, per avvicinarsi alle elezioni di midterm del 2020 che vedranno Trump correre per un secondo mandato.