Buñuel - Nel labirinto delle tartarughe

Buñuel en el laberinto de las tortugas

Durata

80

Formato

Regista

Luis Buñuel si trova in un difficile momento della sua vita d'artista. L'age d'or, film manifesto del surrealismo ha scandalizzato tutti i benpensanti ostracizzando il regista da qualsiasi possibilità progettuale in Francia. Individuato in una tesi di dottorato che gli è stata donata da Maurice Legendre il tema del suo prossimo film, deve trovare il denaro per realizzarlo. Sarà un amico, con una vincita alla Lotteria, a consentirgli di girare Las Hurdes, un documentario su un'area della penisola iberica abbandonata totalmente dal governo alla miseria e all'insignificanza sociale.

A partire da un’idea ambiziosa e sulla carta un po’ folle come quella di realizzare un documentario d’animazione sulle riprese di un film cardine della carriera del grande regista spagnolo, Buñuel - Nel labirinto delle tartarughe riesce a vincere la sfida grazie a una nitidezza d’approccio e  un’abilità sorprendenti nel maneggiare la materia. Il modo in cui viene proposta la mente intricata e l’ispirazione tagliente della creatività di uno dei maggiori surrealisti della storia del cinema trova infatti, attraverso lo strumento dell’animazione, una resa indubbiamente vintage e retrò ma anche estremamente raffinata, tanto nel tratto quanto nella sostanza. Il punto di partenza offerto da L’age d’or (1930), importante mediometraggio di Buñuel scritto insieme a Salvador Dalì, è il motore ideale per raccontare i contrasti del cineasta con la società del suo tempo e le pulsioni della sua arte, spalancata costantemente sul baratro delle pulsioni più scomposte dell’essere umano. Il film animato di Salvador Simò si può leggere così in diversi modi: diario di lavorazione, certificazione della distanza dalla realtà e dalle sue storture attraverso la dimensione astratta e a suo modo allucinata del cartoon, presa di coscienza dialettica tra le dinamiche del set e il prodotto finito e le sue conseguenze sul piano politico e sociale. Il Buñuel qui proposto, pur con qualche passaggio talvolta più macchinoso e standardizzato della media e qualche giro a vuoto, emerge in tutta la sua perturbante modernità senza tempo, con dalla sua un enorme quantitativo di feroci contraddizioni che il film non nasconde evitando, da una prospettiva iconoclasta e dunque prettamente buñueliana, di erigere altari al suo protagonista. L’age d’or fu censurato all’epoca della sua uscita in Francia per via degli strali del mediometraggio a istituzioni religiose, militari e borghesi e con l’accusa di disonorare la Spagna e gli spagnoli, per poi vedere la luce Oltralpe solo cinquant’anni dopo, nel 1951. Tratto dalla graphic novel Buñuel en el laberinto de las tortugas di Fermín Solís e premiato come miglior film d’animazione agli European Film Awards e ai Goya. 
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