La città nuda

L'ispettore Dan Muldoon (Barry Fitzgerald) e il suo assistente (Don Taylor) sono chiamati a investigare sull'assassinio di una ragazza. Per capire chi è il colpevole, dovranno scoprire qualcosa di più sul passato della vittima.

Fin dal titolo, si coglie come il film sia una radiografia della città protagonista, New York, ritratta nei suoi angoli più oscuri, nei volti vissuti dei suoi abitanti, nei quartieri distanti (eppure vicinissimi) dalle luci dei grattacieli e dei teatri di Broadway. Colpisce il respiro realistico dato alla vicenda, a cui contribuisce lo stile semidocumentaristico di una regia impeccabile: più che un noir, è un thriller politico ricco di risvolti sociologici e di riflessioni sulla vita delle grandi metropoli. Visivamente impressionante, il film paga soltanto alcune scelte della produzione (Dassin non ebbe libertà su come gestire il montaggio finale) un po' forzate e piuttosto inutili (il commento off, in primis). Ma, nonostante questo, l'alto valore della pellicola si percepisce ugualmente in (quasi) ogni sequenza. Vincitore di due meritatissimi Oscar: miglior fotografia e miglior montaggio.