Come diventare grandi nonostante i genitori
Durata
90
Formato
Regista
Alex (Leonardo Cecchi) è il fondatore della band di liceali Alex&Co dove canta anche la fidanzata Nicole (Eleonora Gagger): quando i due si lasciano e la ragazza decide di uscire dal gruppo è crisi, anche perché c’è di mezzo un concorso canoro e una preside rigida (Margherita Buy) che vuole impedire la partecipazione dei ragazzi a iniziative extrascolastiche.
Terribile prodotto commerciale per teen e pre-teen, Come diventare grandi nonostante i genitori è diretto esclusivamente al pubblico della sit-com Alex&Co da cui è tratto, a dispetto dell’impegno alla sceneggiatura di Gennaro Nunziante (autore di Checco Zalone) e alla regia di Luca Lucini. Scimmiottando pedestremente prodotti già di qualità discutibile come i vari High School Musical ed epigoni, la storia mette in scena gli psicodrammi all’acqua di rose di un gruppo di adolescenti alle prese con “cottarelle” e sogni di gioventù, inseguendo costantemente un modello a stelle e strisce (i ragazzi cantano in inglese) con esiti imbarazzanti. Un vago tentativo di colorare di realismo la vicenda, contrariamente all’edulcorato modello tv, non serve a sollevarne le sorti, condannando il film al dimenticatoio certo una volta smaltita la sbornia dei piccoli fan. Ai limiti del trash i dialoghi e le interpretazioni bovine delle giovani star, tra cui si muove una Buy decisamente a disagio. Compassione per gli adulti che saranno costretti a vederlo accanto ai figli.
Terribile prodotto commerciale per teen e pre-teen, Come diventare grandi nonostante i genitori è diretto esclusivamente al pubblico della sit-com Alex&Co da cui è tratto, a dispetto dell’impegno alla sceneggiatura di Gennaro Nunziante (autore di Checco Zalone) e alla regia di Luca Lucini. Scimmiottando pedestremente prodotti già di qualità discutibile come i vari High School Musical ed epigoni, la storia mette in scena gli psicodrammi all’acqua di rose di un gruppo di adolescenti alle prese con “cottarelle” e sogni di gioventù, inseguendo costantemente un modello a stelle e strisce (i ragazzi cantano in inglese) con esiti imbarazzanti. Un vago tentativo di colorare di realismo la vicenda, contrariamente all’edulcorato modello tv, non serve a sollevarne le sorti, condannando il film al dimenticatoio certo una volta smaltita la sbornia dei piccoli fan. Ai limiti del trash i dialoghi e le interpretazioni bovine delle giovani star, tra cui si muove una Buy decisamente a disagio. Compassione per gli adulti che saranno costretti a vederlo accanto ai figli.