Cube – Il cubo
Cube
Durata
90
Formato
Regista
Sei sconosciuti (Nicole de Boer, Nicky Guadagni, David Hewlett, Andrew Miller, Wayne Robson e Maurice Dean Wint) si ritrovano all'interno di una stanza perfettamente cubica, collegata tramite sei porte ad altrettante stanze identiche alla prima. Nessuno di loro ha idea di come abbiano fatto a finire intrappolati. Iniziano a spostarsi e, durante l'esplorazione, scopriranno che la loro curiosa prigione non è altro che un pericoloso labirinto disseminato di trappole.
Ai limiti del surreale, Cube dimostra apertamente che per realizzare un prodotto fantascientifico non è necessario sborsare ingenti somme di denaro per permettersi effetti speciali d'ultima generazione. Al modico prezzo di 350.000 dollari, il regista riesce infatti a imbastire una gestione consapevole delle tensioni e dei sentimenti in gioco, che trovano libera rappresentazione e ancor più sregolata applicazione nella composizione visuale fortemente costruita, pensata e geometrica. L'onnipresente scenografia, che mai cambia nel corso della vicenda, conferisce all'insieme una buona dose di fascino malsano; peccato però che la messa in scena produca di tanto in tanto qualche deriva inconcludente e arida, totalmente inefficace dal punto di vista narrativo e psicologico per via di un paio di approssimazioni drammaturgiche e di un'eccessiva stereotipizzazione dei personaggi.
Ai limiti del surreale, Cube dimostra apertamente che per realizzare un prodotto fantascientifico non è necessario sborsare ingenti somme di denaro per permettersi effetti speciali d'ultima generazione. Al modico prezzo di 350.000 dollari, il regista riesce infatti a imbastire una gestione consapevole delle tensioni e dei sentimenti in gioco, che trovano libera rappresentazione e ancor più sregolata applicazione nella composizione visuale fortemente costruita, pensata e geometrica. L'onnipresente scenografia, che mai cambia nel corso della vicenda, conferisce all'insieme una buona dose di fascino malsano; peccato però che la messa in scena produca di tanto in tanto qualche deriva inconcludente e arida, totalmente inefficace dal punto di vista narrativo e psicologico per via di un paio di approssimazioni drammaturgiche e di un'eccessiva stereotipizzazione dei personaggi.