La dolce arte di esistere
Durata
96
Formato
Regista
Massimo (Pierpaolo Spollon) e Roberta (Francesca Golia) soffrono entrambi di invisibilità psicosomatica. Il primo scompare se ha troppe attenzioni su di sé; la seconda, al contrario, se non ne ha alcuna.
Assurdo dramma con venature grottesche, in cui si cerca di sviluppare una riflessione di una banalità sconcertante: gli adolescenti si sentono sempre invisibili agli occhi degli altri, o per un motivo o per un altro. A dieci anni dall'esordio L'estate di mio fratello (2005), Pietro Reggiani si sente, forse, già arrivato e in grado di dirigere una pellicola tanto delicata e complessa. Peccato che il risultato sia greve, superficialissimo e incapace di colpire in alcun modo. Cast inadeguato, così come ogni altro elemento di questo inconsistente lungometraggio, che avrebbe (anche) fatto meglio a durare molto meno.
Assurdo dramma con venature grottesche, in cui si cerca di sviluppare una riflessione di una banalità sconcertante: gli adolescenti si sentono sempre invisibili agli occhi degli altri, o per un motivo o per un altro. A dieci anni dall'esordio L'estate di mio fratello (2005), Pietro Reggiani si sente, forse, già arrivato e in grado di dirigere una pellicola tanto delicata e complessa. Peccato che il risultato sia greve, superficialissimo e incapace di colpire in alcun modo. Cast inadeguato, così come ogni altro elemento di questo inconsistente lungometraggio, che avrebbe (anche) fatto meglio a durare molto meno.