Domani
Demain
Durata
118
Formato
Regista
A partire dagli esperimenti più efficaci nei campi di agricoltura, urbanistica, energia, economia, democrazia e istruzione, i registi Cyril Dion e Mélanie Laurent mettono a punto una nuova idea di futuro sostenibile per le nuove generazioni, cercando di trovare risposte concrete e plausibili alle esigenze del pianeta e alle molteplici domande poste dalla contemporaneità.
In seguito alla pubblicazione di uno studio che ha previsto la possibile scomparsa di una porzione consistente degli esseri umani entro il 2010, Dion e la Laurent si sono avventurati in un viaggio attraverso l’Europa (Germania, Francia, Svezia, Inghilterra, Svizzera, Finlandia) e gli Stati Uniti (Detroit, San Francisco, Oakland, New York) per osservare diverse facce del globo in rapporto a temi cruciali come l’ecosistema mondiale, l’equilibro socio-economico e politico, lo stato di salute della Terra. Questioni ingombranti e imponenti, quando non addirittura massimi sistemi, che però vengono maneggiate dai due registi con serietà e umiltà: ne deriva un approccio alla materia consapevole e assolutamente documentato, che tuttavia non si distanzia mai da una cornice documentaristica illustrativa, di pura superficie, quando non meramente didattica e stereotipata, tra inserti da videoclip e accenni di backstage. Seguendo l’andamento di un road movie dal taglio informativo, il film fatica ad abbinare ai notevoli e lodevoli intenti un’adeguata profondità formale e di sguardo, risultando canonico e già visto in molte delle sue componenti. Il respiro e lo sforzo dell’operazione sono comunque da segnalare a dispetto degli esiti didascalici e di qualche sparuto momento all’insegna di una retorica piuttosto oziosa (quanto può essere utile associare il consumo di energia di un videogame a quello di un etiope?). In crescita il finale, che si concentra sulla raccolta differenziata invidiabile ed efficiente di San Francisco, sulle considerazioni non banali di alcuni esperti di economia e sul sistema scolastico finlandese. In Francia si è rivelato un discreto caso cinematografico con due milioni di spettatori: dato che, al di là di tutto, resta un invidiabile esempio di curiosità civica.
In seguito alla pubblicazione di uno studio che ha previsto la possibile scomparsa di una porzione consistente degli esseri umani entro il 2010, Dion e la Laurent si sono avventurati in un viaggio attraverso l’Europa (Germania, Francia, Svezia, Inghilterra, Svizzera, Finlandia) e gli Stati Uniti (Detroit, San Francisco, Oakland, New York) per osservare diverse facce del globo in rapporto a temi cruciali come l’ecosistema mondiale, l’equilibro socio-economico e politico, lo stato di salute della Terra. Questioni ingombranti e imponenti, quando non addirittura massimi sistemi, che però vengono maneggiate dai due registi con serietà e umiltà: ne deriva un approccio alla materia consapevole e assolutamente documentato, che tuttavia non si distanzia mai da una cornice documentaristica illustrativa, di pura superficie, quando non meramente didattica e stereotipata, tra inserti da videoclip e accenni di backstage. Seguendo l’andamento di un road movie dal taglio informativo, il film fatica ad abbinare ai notevoli e lodevoli intenti un’adeguata profondità formale e di sguardo, risultando canonico e già visto in molte delle sue componenti. Il respiro e lo sforzo dell’operazione sono comunque da segnalare a dispetto degli esiti didascalici e di qualche sparuto momento all’insegna di una retorica piuttosto oziosa (quanto può essere utile associare il consumo di energia di un videogame a quello di un etiope?). In crescita il finale, che si concentra sulla raccolta differenziata invidiabile ed efficiente di San Francisco, sulle considerazioni non banali di alcuni esperti di economia e sul sistema scolastico finlandese. In Francia si è rivelato un discreto caso cinematografico con due milioni di spettatori: dato che, al di là di tutto, resta un invidiabile esempio di curiosità civica.