Dino (Jean-Marc Barr) e Anna (Isabella Ferrari) hanno una strana storia d'amore: si amano, ma nel loro ménage non c'è spazio per i rapporti fisici.

Secondo una pretestuosa alternanza di piani temporali, il terzo lavoro di Paolo Franchi racconta il dramma di una coppia di quarantenni borghesi, tutto concentrato su uno sguardo pacchianamente autoriale che ruota attorno al sesso, come se fosse ancora argomento tabù. Sull'onda di un premeditato scandalo da quattro soldi, il film si ricorda non tanto per gli svarioni di scrittura, l'approccio becero all'argomento e la recitazione catatonica, quanto per il polverone alzato all'interno della critica nostrana e dei salotti borghesi: la ricostruzione di un'ambigua storia sentimentale, che strizza l'occhio a Moravia e La noia, vorrebbe essere un esperimento narrativo con cui indagare perversioni legate al rapporto tra amore e sesso, ma rimane invece imbrigliata in una debole e lenta messa in scena, in dinamiche abbozzate e poco contemporanee, in scene grossolane e gratuite. Presentato tra i fischi al Festival di Roma, dove venne comunque premiato per la miglior interpretazione femminile (Ferrari) e per la miglior regia.
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